Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale non poteva entrare in azione. L'aviazione era in quantità e qualità assai al di sotto della nostra, che pur era modesta. Gli eserciti italiani in Abissinia sarebbero stati affamati di armi e munizioni. La Germania non potet1a ancora dare un aiuto effettivo. Se vi fu mai una opportunità di sferrare un colpo decisivo per una causa generosa col minimo di rischi, eccola là. 2 Ma Sir Samuel Hoare doveva fare le viste che una guerra italo-inglese era possibile. Altrimenti come avrebbe potuto fare inghiottire al popolo in– glese la sua politica remissiva? Per conseguenza il Ministero degli esteri ·britannico annunciò che le guarnigioni di Malta e di Aden erano porta– te alla forza normale (27 agosto), che la flotta d'assalto mediterranea si di– rigeva verso le posizioni strategiche all'ingresso del Canale di Suez, e che la Home Fleet con le macchine in pressione aspettava l'ordine di salpare (2 settembre). Il 14 settembre si calcolava che fossero concentrate nel Mediterraneo oltre cento navi da guerra britanniche e circa 190 il 20 settembre. Dopo aver mandato tante navi da guerra nel Mediterraneo, il Go– verno inglese si preoccupò di assicurarsi l'assistenza navale della Francia nell'evento di un attacco italiano. Naturalmente il Governo inglese pensa– va esclusivamente a precauzioni navali nel Mediterraneo. Invece i francesi pensavano al triplice problema del mare, della terra e dell'aria. Accettavano di mettere a contatto i due ammiragliati, "informandone l'Italia," ma non consentirono a isolare l'azione navale dalle altre. Mediterraneo e Rena– nia erano interdipendenti.3 Neanche ora, dunque, Mussolini aveva motivo di essere allarmato. Pri– ma che la gran parata di Ginevra finisse, convocò il Consiglio dei Ministri (14 settembre) e lo informò che i preparativi militari in Africa Orientale procedevano con "la massima intensità," "di fronte a forze etiopiche schiac– cianti ( !) la cui mobilitazione era già in corso"; le forze armate italiane - l'esercito, la marina e l'aeronautica - erano abbastanza potenti per far fronte a qualsiasi minaccia da qualunque parte potesse venire; "data la inquietudine dimostrata da alcuni esuli dalla Cirenaica, le difese in Libia si stavano rinforzando." Quanto ai discorsi di Hoare e Lavai a Ginevra, "non avrebbero potuto essere diversi" ed erano stati accolti "con la piu gran calma" in Italia. Il Consiglio dei Ministri notò "con grande soddisfa– zione" le cordiali parole dedicate da Laval agli accordi franco-italiani del 1935, e dichiarò che l'Italia intendeva "sviluppare e rafforzare" la sua amicizia con la Francia "non solo nell'interesse dei due paesi ma anche a vantaggio della collaborazione europea"; questa collaborazione non pote– va essere distrutta da un conflitto di carattere coloniale e dall'uso di san– zioni, che non erano mai state_definite, e che in passato non erano mai state applicate, neppur nelle controversie piu gravi." Il Consiglio conosceva 2 The Gathering Storm, pp. 176-n (traduz. ital. p. 204). 3 Informazione data dal giornalista francese Sauerwein (NYT., 3-1-'36), che evidentemente parlava per conto di Laval. 470 BibloLet;d Gino Bianco

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