Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Cerruti spiegò che "in tali circostanze non solo era impossibile aprire negoziati per un'alleanza, ma anche portare a conclusione gli accordi mi– litari." La data esatta della discussione di Cerruti con Lavai non è riportata nell'intervista. È detto solo che essa ebbe luogo "nella seconda metà di settembre." Fu probabilmente al ritorno di Lavai dalla farsa di Ginevra. Non c'è alcuna ragione di pensare che la risposta di Lavai abbia sor– preso Mussolini. L'offerta fu fatta probabilmente non tanto con l'intenzio– ne di concludere, quanto per sostenere la buona disposizione di Lavai a restare fedele all'accordo del gennaio 1935. Ma Lavai non aveva bisogno di quell'esca. Troppi inglesi si incaricavano di farlo restare sulla retta via, facendogli toccar con mano che non c'era alcuna sicurezza di coopera– zione anglo-francese in Europa. Nessuna meraviglia perciò se l'organo ufficiale dell'esercito francese France mz'litaire pubbliEasse, senza dubbio per istruzioni dall'alto, nel numero del 19 settembre, uri articolo che si esprimeva nei seguenti termini: La causa dell'Italia è la nostra. Noi montiamo per lei la guardia sul Reno. Essa monta per noi la guardia al Brennero ..• L'Italia non deve essere moralmente isolata in un momento che essa considera cruciale. Noi avremmo potuto desiderare che essa non si fosse impegnata cosi profondamente nell'affare etiopico. Ma oramai è impossi– bile impedire l'irreparabile all'ultimo minuto. Noi dobbiamo fare la nostra scelta su questa base. In nessun caso noi dobbiamo apparire ingrati verso una nazione alla quale dobbiamo tanto. È già molto per noi non essere con lei; essere contro di lei, è impos– sibile. Il 24 settembre fu affisso in tutta Parigi un manifesto delle "Jeunesses Patriotes" che accusavano "socialisti, bolscevichi e compagnia" di voler trascinare la Francia in una guerra contro l'Italia, col pretesto che l'Italia mandava forze nelle colonie, ma col segreto scopo di "rovesciare Mussolini e il fascismo," "restaurando in Italia l'autorità massonica ed installandovi i sovieti." Il risultato? Milioni di europei morti. "Sanzioni significano guer– ra." La Francia doveva restare neutrale. Non doveva lasciarsi trascinare in guerra dagl'interessi del petrolio e dai fabbricanti di camions militari. In una dimostrazione di "solidarietà franco-italiana," tenuta sotto gli auspi– ci della nazionalista e realista Action Française, fu annunciato che il "Fronte Nazionale Francese" avrebbe mandato una delegazione di volontari a com– battere in Etiopia a fianco degl'italiani. 468 I Biblo e~a Gino Bi~nco

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