Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale rapporti italo-germanici potevano essere turbati era l'Austria (v. p. 316). Von Papen, l'ambasciatore tedesco mandato a Vienna dopo sione di Dollfuss, spiegò al suo collega americano a Vienna che sopra l ' . UCCl- tutta l'Europa sud-orientale fino al confine della Turchia era retroterra della Germa– nia. Ottenere il dominio sull'Austria era il primo passo. Egli intendeva usare la sua repu– tazione di buon cattolico per ottenere influenza sugli austriaci quali il cardinale Innitzer. 5 È assai probabile che le parole di Von Papen non siano rimaste un segreto per lui e l'ambasciatore americano. Vi erano delle ragioni per– ché il Governo americano non dovesse farle conoscere a Londra, Parigi e Roma. Ma nel 1935 il problema austriaco dormiva. Al Duce non con– venne tagliare tutti i ponti che potevano condurre a Hitler, qualora la neonata amicizia italo-francese si guastasse. L'8 settembre, il nuovo ambasciatore italiano a Berlino, nell'essere ri– cevuto ufficialmente da Hitler, affermò che i "rapporti italo-germanici ave– vano ora, e potevano acquistare in grado ancor maggiore in avvenire, un~ straordinario significato per la pace e per equilibrare la forza tra le nazioni"; l'Italia che era ora impegnata "a rafforzare la sua potenza e dignità nazionale," chiedeva "a tutti, prima di tutto, comprensione per i suoi legittimi interessi, una comprensione uguale a quella che essa avrebbe per i legittimi interessi degli altri." Hitler rispose di condividere le opi– nioni e le speranze dell'ambasciatore e di confidare che "la comunanza di molti ideali, che legava l'Italia fascista e la Germania nazionalsocialista, s1 farebbe sentire sempre di piu per il bene di entrambi i paesi." Il Times di Londra commentò l'avvenimento come segue: Le parole pronunciate dal Governo italiano per bocca del proprio ambasciatore manifestano un'intenzione sulla quale è difficile ingannarsi. Se la "giustizia" delle pretese italiane non sarà riconosciuta in certe parti, quel Governo cercherà il riconosci– mento altrove. E se il lavoro italiano per il "rafforzamento della potenza e della di– gnità nazionale" è compreso e appoggiato oggi dalla Germania, le analoghe aspira– zioni della Germania nazionalsocialista possono sperare di essere comprese e appoggiate piu tardi. La collaborazione dell'Italia, infatti, può in certe circostanze dover essere trasferita ( 10-IX). Toynbee, un anno dopo, era d'avviso che Mussolini "volesse spaventa– re la Francia con lo spauracchio di un rapprochement italo-germanico, ma senza spingerla alla disperazione" (Survey: 1935, II, p. 183). H. N. Brailsford diede una chiara idea della situazione nella New Republic di New York il 12 settembre: Si può predire che qualsiasi tentativo di arrestare Mussolini, sia col metodo mite di sanzioni economiche, sia mediante un'azione navale, lo caccerà fuori dal campo di Versailles e lo getterà tra le braccia di Hitler. Non esiste nessun ostacolo alla loro unione salvo l'ambizione di Mussolini di esercitare una non molto vantaggiosa supre- s CHuRCHILL, The Gathering Storm, pp. 104-105 (traduz. ital. p. 127). 462 Bib10 vd Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=