Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La gran parata Laval Aloisi aveva ins1st1to sull'estrema importanza di far press10ne sulla Gran Bretagna perché si astenesse dall'adottare qualsiasi sanz10ne "maggio– re," che avrebbe reso inevitabile una guerra generale. Il barone Aloisi pareva suggerire che sanzioni economiche di carattere relativamen– te mite non sarebbero state considerate a Roma quali una sfida che si dovesse necessa– riamente considerare atto non amichevole (19-IX). Mentre la gran parata si svolgeva in pieno a Ginevra, Laval conti– nuava a discutere con Eden (che doveva tener d'occhio le imminenti ele– zioni inglesi) se non fosse consigliabile evitare la guerra, istituendo sull'E– tiopia un regime simile a quello dell'Egitto. Finito lo spettacolo, discusse con l'Ambasciatore italiano se il problema non potesse essere risolto confe– rendo all'Italia un mandato sull'Etiopia. Anche Avenol, segretario genera– le della Società delle Nazioni, spiegò ad Aloisi che nella discussione, a cui la Commissione dei Cinque avrebbe dato occasione con la sua opera, sa– rebbe stato imprudente insistere sul fatto che le province periferiche del– l'Etiopia erano state annesse al nucleo centrale mediante conquista. Questo era accaduto prima che l'Etiopia fosse stata accettata dalla Società delle Nazioni; perciò essa aveva acquistato il diritto di far rispettare la sua in– tegrità territoriale, quali ne fossero le origini. Invece la schiavitu e il trat– tamento riservato dal Governo centrale alle popolazioni conquistate, of– friva una buona piattaforma per discutere. Affermando la necessità di ri– solvere questi problemi conforme alle disposizioni del Patto, Mussolini po– teva ottenere miglioramenti nelle proposte dell'agosto. La missione di aiu– tare l'Etiopia poteva essere affidata piu esplicitamente alle tre potenze par– tecipi al trattato del 1906, restando intesi che in pratica Londra e Parigi avrebbero dato mano libera all'Italia. Il presidente della Commissione dei Cinque, il delegato spagnolo Madariaga, propose anche che la riorganiz– zazione dell'esercito etiopico fosse affidata all'Italia. 4 In breve, tutti par– tecipavano a preparare la salsa in cui si doveva cuocere l'oca etiopica. Cosi Mussolini si arrogava il diritto di prescrivere quali sanzioni po– tessero o no venirgli applicate. Lavai, Hoare e Eden dopo avere deciso le sanzioni, decisero eziandio che non avrebbero fatto nulla che, secondo l'opinione di Mussolini, portasse alla guerra. Per tener a posto i francesi, Mussolini aveva in riserva Hitler. Nel 1934, minacciandolo dopo l'uccisione di Dollfuss, egli aveva dimostrato quanto utile avrebbe potuto riuscire al Governo francese, qualora questo ar– rivasse ad un accordo con lui. Dopo che l'accordo era stato raggiunto, nel– la prima metà del 1935, la stampa italiana cessò ogni campagna contro Hi– tler e contro la Germania, e si mise a discutere con relativa equanimità i rapporti della Germania con l'Italia e con gli altri paesi. Come sappiamo, il riarmo della Germania non disturbava Mussolini; l'uriico punto su cui i 4 VILLARI, Storia diplomatica, pp. 133-4, 187. 461 Bibloteca Gino Bianco

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