Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Laval, naturalmente, si associò alla parata: Sir Samuel Hoare ci ha informati della decisione inglese di aderire senza riserve al sistema della sicurezza collettiva... Nessun paese· ha accolto con maggior soddisfa– zione della Francia le parole del ministro degli Esteri britannico... Io mi rallegro col mio paese, poiché il mio paese comprende perfettamente tutto il bisogno, che c'è di una stretta collaborazione con la Gran Bretagna per la difesa della pace e la prote– zione dell'Europa... La solidarietà nelle responsabilità di tutti i generi, e in tutte le cir– costanze di tempo e di luogo, che è implicita per l'avvenire in tale dichiarazione costi– tuisce una data nella storia della Società delle Nazioni ... La Francia è fedele al Pat– to... Il Patto è la nostra legge internazionale... Le nostre obbligazioni sono iscritte nel Patto. La Francia non le evaderà. Al tempo stesso Laval mise in chiaro che importava ricordare che la Francia il 7 gennaio 1935, aveva concluso un accordo definitivo su tutte le sue divergenze con l'Italia: egli aveva fatto tutto il possibile "per impedi– re q\lalsiasi colpo contro la nuova politica felicemente stabilita tra Francia e Italia"; e Mussolini "era disposto a perseverare in questa collaborazione." Quanto alla controversia italo-etiopica, il compito della conciliazione, per quanto indubbiamente difficile, non era senza speranza. Non c'era disac– cordo tra Francia e Gran Bretagna. Entrambe volevano una soluzione che venisse incontro ai legittimi desideri dell'Italia, pur rispettando la so– vranità dell'Etiopia. Tutte le scappatoie, attraverso le quali si potevano cir– cuire le questioni essenziali, rimasero cosf aperte. È molto improbabile che Mussolini non sia stato informato da Lavai sugli accordi del 10 settembre. Lavai disse alla Camera dei Deputati il 28 dicembre 1935: "l'Italia è sempre stata informata delle nostre intenzioni e dei nostri impegni, ed io non ho mai disdetto nessuno di essi." Il corri– spondente del Manchester Guardian mandò da Ginevra (13 settembre) il se– guente dispaccio: Sono in grado di dire che il signor Lavai ha ora decisamente impegnato il Go– verno francese a partecipare a sanzioni economiche e finanziarie, ma non a sanzioni militari o navali, nelle quali egli include la chiusura del canale di Suez alle navi italiane e alle navi di qualsiasi nazione che trasportino soldati italiani o materiale da guerra o provviste per l'esercito italiano ... Il signor Lavai, per quanto io so, ha dato a Mussolini la promessa che la Francia si assocerà solo a sanzioni economiche e finan– ziarie finché egli (il sig. Lavai) sia Primo Mirµstro, e il sig. Mussolini ha detto che non avrebbe considerato la partecipazione francese alle sole sanzioni economiche ~ fi– nanziarie come un atto non amichevole. Anche Augur telegrafò al New York Times (15-IX) che era stato de– ciso che le sanzioni dovessero essere "non belligeranti": "in altre parole la pressione da applicare sarà economica." Pochi giorni dopo, previde che Mussolini si sarebbe calmato "in seguito all'assicurazione che le sanzioni non sarebbero state né militari né di natura tale da mettere seriamente in pericolo il tenore di vita della popolazione italiana" (19-IX). Anche il Daily Telegraph di Londra informò i lettori che in una conversazione con 460 Bibloteca Gino Bianco

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