Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo quarantottesimo La gran parata Dopo aver sistemato la faccenda delle sanzioni con Lavai, Sir Sa– muel Hoare si presentò all'Assemblea della Società delle Nazioni (11 set– tembre) e pronunciò una stupefacente dichiarazione: · Il Governo di Sua Maestà e il popolo britannico mantengono il loro appoggio alla Società e ai sµoi ideali, come il mezzo piu efficace di assicurare la pace. In secon– do luogo, affermano che questa necessità di salvare la Società è il nostro unico inte– resse nell'attuale controversia... Le idee consacrate nel Patto, e in particolare l'aspira– zione a stabilire il dominio della legge nelle questioni internazionali, hanno fatto ap– pello... con forza crescente alle correnti d'idealismo che risiedono nel nostro carattere nazionale, e sono diventate parte della nostra coscienza nazionale ... La Società sostie– ne, e il mio paese insieme con essa, il mantenimento collettivo del Patto nella sua integrità, e in particolare la resistenza ferma e collettiva a tutti gli atti di aggressione non provocata... Questo non è un sentimento variabile sul quale non si possa fare affidamento, ma un principio di condotta internazionale a cui essa [la nazione britan– nica] e il suo Governo si attengono con salda continua e universale persistenza. Questo è, dunque, l'atteggiamento britannico verso il Patto. Sir Samuel ebbe cura di avvertire l'uditorio che "se il peso dev'esse– re sopportato, dev'essere sopportato collettivamente; se per la pace si devo– no affrontare dei rischi, devono essere affrontati da tutti; la sicurezza di molti non può essere garantita soltanto dallo sforzo di pochi, per quanto potenti essi potranno essere." Nessuno avrebbe trovato a ridire su questo punto, dato che egli affermò anche che il Governo di Sua Maestà "non sa– rebbe secondo ad alcuno nell'intenzione di adempiere, entro i limiti della propria capacità, le obbligazioni che il Patto gli addossava." Toynbee commenta come segue: Mentre il suo uditorio mondiale poteva essere (forse indebitamente) scettico a pro– posito della sua affermazione che la politica britannica in questo caso non era in– fluenzata da interferenze con gli interessi locali britannici nell'Africa orientale, e per– ciò (forse giustificatamente) scettico sull'ulteriore affermazione che il Governo britan– nico non aveva mai vacillato nel suo appoggio alla Società delle Nazioni dal giorno in cui, circa sedici anni prima, il Patto era entrato in vigore, il suo discorso fissava una convinzione largamente diffusa che ora, in ogni modo il Governo di Westminster 458 Bibloteca Gino Bianco

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