Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

L'opinione pubblica all'opera In quello stesso giorno (10 settembre) l'ambasciatore francese a Lon– dra domandò al Ministero degli esteri di essere informato "se e in quale misura il Governo francese potesse essere assicurato in futuro che il Re– gno Unito avrebbe immediatamente ed effettivamente applicato le sanzio– ni previste dall'articolo 16 del Patto, nell'eventualità di una violazione del Patto e di un ricorso alla forza in Europa." Una domanda di questo genere arrivando proprio in quel momento in cui Hoare, Eden e Lavai si trovavano d'accordo a Ginevra di non applicare sanzioni né "immediate" né "effettive," veniva davvero fuori tempo. C'è una sola spiegazione a sif– fatta stranezza. L'ambasciatore francese aveva avuto istruzioni di fare quel passo prima che Lavai partisse per Ginevra, quando costui non si aspettava che Hoare e Eden consentissero a ridurre le sanzioni a una far– sa. Il passo fatto a Londra era stato progettato, molto probabilmente, in attesa di una risposta non soddisfacente, e questa avrebbe permesso a La– val di informare Hoare e Eden a Ginevra che lui non poteva impegnarsi a una politica la quale sarebbe stata valida per l'Africa e non per l'Europa. Il consenso immediato di Hoare e Eden alla farsa delle sanzioni "parziali" tagliò corto ad ogni discussione. Ma quella parola "Europa" era il centro della questione. Com'era naturale, di quell'accordo nessuno ebbe per il mo– mento a Ginevra il minimo sentore. Cosi la scena fu approntata per la grande mistificazione dei giorni seguenti. 457 BiblotecaGino Bianco

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