Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale parte sarà passiva. Non risponderò all'Etiopia ... Resto qui solo per cortesia a discutere la situazione con le Grandi Potenze." "Allora voi considerate l'Etiopia come messa fuori legge?" "Sf, l'Etiopia è messa fuori legge per quanto ci riguarda." "Chiedete voi allora che essa sia espulsa dalla Società delle Nazioni?" "Alla fine dovete ben decidere se espellere l'Etiopia o l'Italia." "E allora che cosa accadrà? " "Fareste meglio a chiederlo ad un chiromante." "Ma voi intendete certamente aspettare che il Consiglio della Società decida se una soluzione è possibile?" "Dipende dalla situazione. Noi riteniamo di essere in grande pericolo." Si legge nel resoconto pubblicato sul New York Times (5-IX) che "si poté notare una certa ilarità tra i suoi ascoltatori per questa affermazione, e il barone Aloisi se ne mostrò irritato." Si aspettava davvero di essere preso sul serio? Ora che i delegati di Mussolini e di Hailé Selassié avevano parlato, Eden e Lavai cominciarono ad applicare l'art. 15 del Patto. Esso dispone– va che, qualora non si vedesse una via d'uscita, il Consiglio cercasse se la conciliazione fosse ancora possibile. Ma il Consiglio non poteva interve– nire, se non era pienamente informato su ciò che era avvenuto. Per conse– guenza fu deciso di nominare una commissione di cinque "per esamina– re i rapporti tra Italia ed Etiopia nei loro vari aspetti allo scopo di trova– re una pacifica soluzione della controversia." Aloisi si oppose alla formazione di questa commissione. Quando la sua obiezione fu respinta, sostenne che i Governi francese e britannico, quali firmatari del Trattato del 1906 e direttamente implicati nella que– stione, non dovevano essere rappresentati nella commissione. Dopo "febbrili negoziati" consenti che ne facessero parte i delegati di Gran Bretagna, Fran– cia, Polonia, Spagna e Turchia. Ma, quando il Consiglio della Società si riuni ufficialmente per costituire la commissione, non assistette alla sedu– ta in considerazione del fatto che Mussolini non ammetteva la giurisdizio– ne della Società. Nella sua prima seduta questa commissione dei cinque solennemente chiese che i Governi interessati "si astenessero da qualsiasi atto che potes– se impedire o compromettere il suo tentativo di conciliazione." Aloisi ri– spose di non potere aderire alla richiesta, l'Italia non aveva mai dato il suo consenso alla nomina della commissione; intendeva perciò ignorarne l'esi– stenza, pur lasciandola libera di far passi per indurre l'Etiopia ad unifor– marsi ai desideri italiani. Anche Mussolini rispose da Roma durante una rivista di 20.000 gio– vani fascisti: "Ecco le due parole che voi attendete alla fine di questa ar– dente giornata: Noi tireremo diritto" (8 settembre). A questi sentimenti fece eco, in un messaggio radiofonico agli Stati Uniti, suo genero, il Con– te Ciano, in quel tempo ministro per la Stampa. Parlando dall'Africa Orien– tale, dov'era andato a combattere nell'aeronautica, disse: 454 Bibloteca Gino Bianco

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