Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bibl Preludio alla seconda guerra mondiale accontentarsi dei diritti che gli venivano offerti ora, sapendo che essi era– no un anticipo di quanto sarebbe venuto dopo. Mussolini, seguendo l'amichevole consiglio di Avenol e di Laval (v. sopra, pp. 406, 407) fece intervenire Aloisi al Consiglio della Società delle Na– zioni con un memorandum di 246 pagine, seguito da un diluvio di docu– menti, testimonianze firmate, resoconti di testimoni oculari, facsimili di fo– tografie, e una collezione di 26 volumi, t~tti tendenti a provare che l'E– tiopia era un paese barbaro e traditore e come tale non adatto a restare membro di una Società composta di paesi civili. Prima ancora che i 26 volumi fossero messi al servizio del pubblico, "uno dei giornali di Parigi si dimostrò persuaso che la Società delle Na– zioni sarebbe stata cosf colpita del memorandum contro l'Abissinia che avrebbe legalizzato la campagna italiana" (MG. 28-VIII). Tuttavia era evi– dente che memorandum, documenti e volumi avrebbero richiesto mesi di studio da chi sa quanti comitati e sottocomitati di "esperti" prima che fos– se possibile esprimere una opinione su tante accuse. Se Mussolini avesse accettato la competenza della Società, e le avesse sottoposte le sue accuse nel gennaio 1935, i suoi amici nel Consiglio avrebbero potuto utilizzare la stagione delle piogge per cucinare un'opinione piu o meno favorevole al suo punto di vista, e avrebbero potuto annunciare il loro giudizio a Gine– vra quando la stagione delle piogge fosse finita, cosi che le operazioni militari potessero cominciare. A questa ultima ora, dopo aver proclamato di mese in mese la sua decisione di andare avanti "con la Società, senza la Società, contro la Società," egli pretendeva che quella stessa Società in– goiasse all'improvviso una massa enorme di materiale, mentre continuava ad insistere sul suo diritto ad avere l'ultima parola. Era un insulto troppo svergognato all'umana intelligenza. La conclusione fu che nessuno prestò la minima attenzione al memorandum, ai documenti o ai ventisei volumi, proprio come nessuno si cura d'informarsi sulle ragioni che ha il lupo, quando dichiara l'intenzione di divorare l'agnello. Le sole persone che rabbrividirono d'infinito orrore alla vista di quei documenti (anche quelli di dubbia autenticità), furono i mercenari di Mussolini nella stampa inter– nazionale. Inoltre Emilio Ludwig, grato a Mussolini per l'ospitalità rice– vuta a Roma e per la ricca messe di diritti d'autore sul suo libro Colloqui con Mussolini (v. sopra, p. 272), scrisse in un giornale di Copenhagen una schiacciante denuncia della "profonda barbarie abissina" con immenso giubilo della stampa italiana (21 settembre); e G. B. Shaw non perdette quest'occasione per dimostrare il suo entusiasmo per Stalin, Hitler, Mus– solini e qualsiasi "uomo forte," capace di calpestare il cadavere della libertà e "mettere ordine nel caos. 114 4 Ecco ciò che G. B. Shaw ebbe a dire, tra un fiume di altre sciocchezze, in un arti– colo che fu pubblicato dalla rivista londinese Time and Tide il 12 ottobre e fu riprodotto in America dalla stampa di Hearst il 14 ottobre: "I Danakili sparano contro i viaggiatori quando li vedono senza riguardo al loro colore o alla loro razza. Le donne non si sposano finché l'uomo non abbia dato prova della sua capacità dimostrando di aver ucciso quattro uomini adulti. Gl'ita- 452 Gino Bianco

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