Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

L'opinione pubblica all'opera Si prevede che il capitano Eden proporrà sanzioni economiche contro l'Italia, co– m'è stato suggerito dai sostenitori della Società, e che la responsabilità sarà riversata sulla Francia, se questa butterà le sanzioni fuori dalla finestra. Allora la Gran Bretagna potrà dire: "Noi abbiamo fatto il nostro dovere; non possiamo fare di piu. Il sistema della Società richiede un'azione collettiva. Perciò non faremo nulla da soli." Analoga informazione fu mandata da Parigi allo stesso giornale dal corrispondente Leland Stowe. Notizie anche piu "profetiche" furono telegrafate da Ginevra al New York Times dai corrispondenti C. K. Street e F. T. BirchalL Il primo era sicuro che non si farebbe alcun tentativo di applicare sanzioni con rapida decisione. Le sanzioni avevano vantaggi e svantaggi, che i Governi dovevano valutare scrupolosamente prima di sce– gliere. Le sanzioni sarebbero lente nel loro effetto, sarebbero difficili da imporre e richiederebbero la cooperazione degli Stati Uniti e della Germa– nia. La Gran Bretagna metterebbe a posto Mussolini, qualora invadesse la Somalia britannica. Ma se moltissimi ben sapevano che i membri della So– cietà potevano benissimo tenere a posto Mussolini, molti erano convinti che nessuno avrebbe fatto niente (1°-IX). Birchall era sostanzialmente d'ac– cordo: È curioso come in quest'atmosfera di Ginevra ogni idea di far pressione sull'Italia per mantenere la pace sembri scomparsa. Le sanzioni non sono neppur nominate. I francesi le hanno scartate, e le nazioni minori esitano. Si può predire con sicurezza che non se ne parlerà finché gl'italiani non combatteranno nell'interno dell'Etiopia, ed è dubbio se esse saranno applicate anche allora (1°-IX). Appare sempre piu probabile che la guerra comincerà prima che qui s_iconcluda nulla e che la prima occasione per la Società di promuovere una sistemazione si presenterà solo dopo che le truppe italiane abbiano fatto qualche progresso sostanziale. In tal caso la funzione della Società delle Nazioni consisterà nel far la pace anzi che evitare la guerra ... Malgrado la pressione dell'opinione pubblica liberale, non c'è maggior intenzione di applicare sanzioni contro l'Italia di quanta ce ne fosse quando si riuru il Consiglio quasi una settimana fa. L'opinione francese è ancora certamente contraria a qualsiasi cosa del genere. L'opinio– ne britannica è divisa circa l'efficacia di sanzioni sulle quali si possa ottenere l'ac– cordo (NYT. 9-IX). L'Oeuvre (8-IX) prevede che, pur venendo le sanzioni votate all'una– nimità nell'Assemblea della Società, qualora Mussolini attaccasse l'Etiopia, non tutti le applicherebbero "in pratica"; "l'applicazione sarebbe special– mente nelle mani della Gran Bretagna; in ogni modo, la Gran Bretagna avrebbe tutto il peso morale della Società dietro a sé." Il Petit Parisien, il cui corrispondente da Roma, Vaucher, era uno dei piu fedeli vassalli di Mussolini, diede libero sfogo alle sue emozioni. "Sono cos{ grandi il lu– stro e il prestigio di questo grande genio che alcune piccole vittorie su di un popolo miseramente armato possono certo aggiungçre poco alla sua grande gloria." Il grande genio doveva perseguire anziché una politica mi– litare "un'attiva politica coloniale, che potrebbe venire molto estesa nel cor– so dei prossimi anni" (8 settembre). In altre parole, Mussolini dovrebbe 451 Bibloteca Gino Bianco

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