Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale do con l'Italia. L'Etiopia aveva certamente motivo di sentirsi trattata in– giustamente, ma non c'era ragione di esagerare le conseguenze di quest'in– giustizia. È probabile che rifiutare armi che l'Abissinia forse realmente non è in condizione di pagare, abbia minor influenza di quanto si possa supporre. L'esercito abissino non è organizzato secondo sistemi moderni, e gli uomini delle tribu eccellono nella lotta individuale con armi manuali che è consuetudine. portare in tutto il paese. Le proba– bilità di resistere all'assalto italiano non dipenderà da battaglie regolari, ma dalla tat– tica della guerriglia che è loro molto familiare. Insomma la tattica della guerriglia poteva essere praticata piu efficace– mente con lance che con carabine e mitragliatrici. L'ipocrisia raggmngeva nuove altezze. Come se Mussolini avesse bisogno di altra acqua per il suo mulino, il Congresso isolazionista degli Stati Uniti approvò (23-24 agosto) una "Leg– ge per la neutralità," la quale faceva obbligo al Presidente di vietare la espor– tazione di armi e munizioni, fino al 29 febbraio 1936, in caso di guerra, verso tutti i belligeranti senza distinzione. Era ovvio che la legge non col– piva l'Italia che produceva cannoni e proiettili, ma doveva importare coto– ne per esplosivi, acciaio e rame per le fabbriche militari, carbone e petrolio per il naviglio. Vietare il solo commercio delle armi era non disturbare l'Italia, mentre si abbandonava l'Etiopia a se stessa. Né Roosevelt né Hull erano contenti di quella legge. Hull affermò in una conferenza di stampa che non bastava "tenersi fuori"; era anche de– siderabile "dare qualche contributo pratico per evitare lo scoppio della guer– ra." Gli Stati Uniti d'America, spogliandosi di ogni libertà d'azione, si spogliavano anche di ogni influenza morale che potessero esercitare per evitare la guerra. 14 Comunque Roosevelt firmò la legge (31 agosto). Pensava davvero Hull che Mussolini avrebbe dato retta alle sue influen– ze "morali"? E fu Roosevelt davvero spiacente che il Congresso lo liberasse fino al febbraio 1936, da ogni responsabilità di prendere una decisione? Entro !l febbraio 1936, molte cose potevano avvenire. Mussolini non poteva chiedere di piu. Nell'intervista sopra citata del 26 agosto con G. Ward Price, disse agl'inglesi: "Seguite l'esempio degli Stati Uniti e lasciateci compiere la nostra missione." E la sua stampa si affrettò a vedere nell'isolazionismo americano una nuova ragione per chie– dere che anche l'Inghilterra e la Francia si lavassero le mani dell'imminen– te conflitto. Il New York Times (26-VIII) fu informato da Birchall che la politica americana aveva contrariato e perfino scoraggiato molti, che "spe– ravano nella cooperazione degli Stati Uniti per costringere il truculento a mantenere la pace." I membri della Società delle Nazioni erano indecisi tra gli sforzi di conciliazione e le proposte di applicare all'Italia un'azione t4 Hur.1., Memoirs, I, pp. 412-16. 438 BibloLeca Gino Bianco

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