Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Entra in scena F. D.· Roosevelt tato un milione di uomini e aveva speso di.le miliardi di lire. Non c'era ragione per te– mere le conseguenze del confl.ittò, se questo poteva essere limitato all'Italia e all'Etiopia. Ma l'atteggiamento inglese poteva dimostrare impossibile siffatta limitazione. Le pro– poste anglo-francesi di Parigi per un accomodamento erano del tutto inaccettabili, per– ché quanto l'Italia voleva era l'occupazione militare dell'Etiopia. Senza badare all'azio– ne della Società delle Nazioni, l'Italia avrebbe portato a termine i suoi piani. Se la op– posizione in altri paesi assumesse la forma di impedimento, l'Italia avrebbe operato in conformità. In tal caso, le conseguenze potevano essere disastrose. 12 Roosevelt, rispose non a Mussolini, ma ad Hull che "non è mai trop– po tardi per evitare un conflitto armato": Il semplice fatto che l'Italia ha mobilitato un milione di uomini e speso due mi– liardi di lire, non diminuisce il suo prestigio. Anzi, potremmo mettere in luce il fatto che, dopo tutti quei preparativi, il prestigio italiano sarebbe accresciuto, e non danneg– giato, se l'Italia prendesse la magni.fica posizione e piuttosto che ricorrere -alla guerra, annullasse i preparativi militari e sottomettesse la questione a un arbitrato pacifìco. 1 2b 1 ' Il sermone era inutile ad Hull. E quanto a Mussolini, il sermone non gli avrebbe fatto nessuna impressione. Perciò pare sia rimasto nella· penna di Hull. ·Invece, Roosevelt e Hull si sgravavano di un memoran– dum, che indirizzarono imparzialmente ai Governi dell'Italia, dell'Abissi– nia {!), della Gran Bretagna e della Francia, per esprimere "grande ramma– rico" per la controversia, affermare che il Governo degli Stati Uniti era "interessato al mantenimento della pace in tutte le parti del mondo," e spe– rare che si sarebbe trovata una soluzione pacifica in conformità al Patto Kellogg e agli altri patti tendenti ad assicurare la pace {21 agosto). Tutte queste esortazioni alla pace "in tutte le parti del mondo" facevano parte di quella letteratura che, insieme con i sermoni domenicali dei mi– nistri di tutte le chiese, soddisfa l'" idealismo" anglo-sassone. Quanto meno erano preparati ad agire, tanto piu Roosevelt e Hull cianciavano "in ter– mini di morale internazionale" e si abbandonavano a "un verboso annun– zio di appoggio morale," "preghiera per il defunto piu debole. " 13 Il Governo inglese non si comportò meno "imparzialmente" del Go– verno americano. Nella riunione del 22 agosto il Consiglio dei Ministri de– cise che il divieto di esportazione di armi rimanesse in vigore tanto verso Italia quanto verso Etiopia. In altre parole, continuò a rendere impossi– bile all'Etiopia di ottenere armi. Ma il biasimo per questa decisione fu dato al Governo francese. Il Times di Londra (23-VIII) spiegò che il Go– verno inglese era deciso a fondare la sua politica sulla cooperazione con la Francia, mentre la Francia desiderava ardentemente mantenere il suo accor- 12 HULL, Memoirs, I, p. 422. Ubis HULL, Memoirs, I, 422-23. . 1l FEis, International Episodes, p. 201. "Gli americani chiamano idealismo la proclama– zione di regole morali per la condotta degli altri. L'idealismo non è, almeno in via assoluta, una norma che guida la propria condotta; meno ancora consiste nel dare agli altri un esempio da imitare; è la formulazione di regole per la condotta altrui, che non si è obbligati ad ap– plicare a se stessi": GoRER, Tbe American people, p. 59. 437 Bibloteca Gino Bianco

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