Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale la controversia. Lui non si aspettava l'attiva cooperazione degli Stati Uniti qualora la Società arrivasse a fare realmente uso della forza. Ma da questo fatto non derivava la conseguenza che il Governo degli Stati Uniti dovesse necessariamente essere indifferente. Aveva il Governo inglese fatto qualcosa o si disponeva a fare qualcosa per promuovere una consultazione? Sir Samuel Hoare rispose che "aveva cercato" di tenere il Governo americano "pienamente" informato dell'atteggiamento inglese e che aveva notato con grande soddisfazione che il Governo americano condannava qualsiasi ricorso alla guerra. E si fermò a questo punto, cioè non rispose alla doma.nda. Rispose il Presidente Roosevelt, nella conferenza stampa del 21 agosto, dicendo che "lui non sapeva niente" delle voci secondo cui Gran Bretagna e Francia avevano chiesto agli Stati Uniti d'invocare il Pat– to Kellogg. Dunque non fu mai fatta a Washington nessuna richiesta uffiJ ciale su quanto avrebbe fatto !l Governo degli Stati Uniti, se i Governi membri della Società delle Nazioni avessero imposto sanzioni economi– che e fossero stati travolti in una crisi militare. L'accordo per la consulta– zione che, secondo la dottrina americana, era implicito nel Patto Kellogg, era saltato dalla finestra. I Governi di Parigi e Londra avevano creato un circolo vizioso tra sé e gli Stati Uniti. La loro complicità con Mussolini dava a Roosevelt tutte le ragioni di tenersi fuori dal loro gioco; e lui alla sua volta col te– nersi alla larga, forniva loro una ragione di piu per non giocare, col pre– testo che mancava loro un compagno indispensabile. Mentre Eden, Laval e Aloisi erano riuniti a Parigi a perder tempo, Hai– lé Selassié denunciò questa situazione assurda alla Società delle Nazioni: È questa vera neutralità? È giusto? Resterà il Consiglio impassibile di fronte a questa situazione che diventa sempre piu grave? Permetterà che continui questa impari lotta tra due membri della Società delle Nazioni, uno dei quali, potentissimo, è in grado d'impiegare e dichiara che sta impiegando, tutte le sue risorse per preparare l'aggres– sione, mentre l'altro, debole, pacifico e rispettoso dei suoi impegni internazionali, è privo dei mezzi per organizzare la difesa del suo territorio e della sua stessa esistenza, entrambi minacciati? Si assumerà il Consiglio agli occhi del mondo la responsabilità di permettere che continuino indisturbati i preparativi per il massacro di un popolo che non minaccia nessuno? ( 1° agosto). Dopo il fallimento dei negoziati di Parigi, il Presidente Roosevelt diede istruzioni al suo ambasciatore a Roma di chiedere un'udienza al Duce il piu presto possibile per informarlo in tutta amicizia e confidenza che il Presidente sperava seriamente che la controversia tra l'Italia e l'E– tiopia fosse risolta senza che si arrivasse ad un conflitto armato; la guerra sarebbe "una calamità mondiale" (18 agosto). La risposta di Mussolini fu tipica: ·Pur apprezzando la natura del messaggio e la espressione di sentimenti amiche– voli, era troppo tardi per sfuggire a un conflitto armato, dato che l'Italia aveva mobili- 436 Biblo1.e"'aGino Bianco

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