Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale miope gli ex alleati gettarono in Italia semi di malcontento, che dovevano produrre amari frutti. Resta tuttavia il fatto che il non aver ottenuto mano libera in Etiopia non rappresentò nessuna seria perdita per l'Italia. Chiunque abbia una co– noscenza sia pure rudimentale delle condizioni climatiche di quel paese, sa che esso non si presta all'assorbimento di lavoro bianco, e per conseguenza non potrebbe dare alcun notevole aiuto all'Italia nel risolvere il problema della esuberante popolazione. La agricoltura avrebbe potuto essere resa piu intensa mediante il lavoro di indigeni sotto la direzione di tecnici italiani. Ma sarebbero stati necessari miliardi per costruire strade e ponti in quel _vasto caos di montagne, burroni, picchi e rocce; piu miliardi ancora sareb– bero stati necessari per dissodare il terreno, senza contare le grandi somme da sperperare nella conquista militare. Per fornire l'immenso capitale neces– sario a uno sviluppo dell'Etiopia su vasta scala, il Governo italiano avrebbe dovuto succhiare il sangue della madre patria. La conquista dell'Etiopia, lungi dal porre rimedio allo squilibrio tra popolazione e risorse in Italia, lo avrebbe aggravato. E quando caffè, gomma, zucchero fossero stati esportati dall'Etiopia, il costo dei trasporti non sarebbe stato proporzionato al valore di quei prodotti sui mercati mondiali. Quanto alle miniere di petrolio, d'oro e di carbone, nessuno è mai stato capace di localizzarle. I problemi che Orlando e Sonnino avevano arruffati, cominciarono a snodarsi non appena i due sciagurati abbandonarono il Governo (giugno 1919). Nel settembre 1919, il nuovo primo ministro Nitti concluse col Gabi– netto di Parigi un trattato di lavoro, che garantiva agl'immigrati italiani in Francia un trattamento analogo a quello fatto ai lavoratori francesi. Que– sto trattato fu molto piu utile al popolo italiano di qualsiasi conquista colo– niale in Africa. L'immigrazione italiana in Francia assunse un'importanza senza precedenti, e la Francia rimase il piu grande mercato per il lavoro italiano, dopo che gli Stati Uniti, il Canada e l'Australia ebbero chiuse le porte. Per quanto riguarda i compensi coloniali dovuti dal Governo francese in cambio delle colonie germaniche conquistate in Africa, esso offerse alcuni miserabili territori desertici al Sud della Tunisia e ad Est del Fezzan, com– presa la· strada carovaniera da Ghadames a Ghat. I negoziatori italiani chie– sero altri deserti verso il lago Tchad. Ma in quel tempo il dominio effettivo dell'Italia in Tripolitania non si estendeva molto al di là della linea costiera. I negoziatori italiani accettarono per il momento la rettifica del confine offerta da Parigi, ma dichiararono che quei quattro sassi non erano com– penso sufficiente. La questione fu lasciata aperta. Sempre nel settembre 1919, il Governo britannico consenti a trasferire all'Italia l'oasi di Giarabub in Cirenaica e il territorio del Giuba sulle coste dell'Oceano Indiano. Nell'aprile 1920 i confini di quest'ultimo territorio furono fissati nell'accordo Milner-Scialoja . (10-13 aprile 1920). 20 Bib e a Gino Bianco

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