Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La malata immaginaria in un bacino circoscritto come l'Adriatico. Numerose basi navali non aggiun– gono niente. Esse non si muovono e non combattono. L'esperienza della guerra 1915-18 dimostrò che le magnifiche basi navali dell'Adriatico orien– tale, benché possedute dalla marina austriaca, non permisero agli austriaci d'intraprendere nessuna importante azione navale, dato che le loro forze erano piu deboli di quelle dell'Intesa. Anche se la Dalmazia fosse stata annessa all'Italia, la base navale di Cattaro sulle coste orientali dell'Adriatico sarebbe rimasta fuori del controllo italiano. In un mare cosi piccolo, una potente flotta, appoggiata a Cattaro, sarebbe bastata a tenere a bada la flotta italiana, salvo che l'Italia avesse occupato tutta la costa orientale fino al con– fine albanese. In questo caso l'esercito italiano avrebbe dovuto difendere una frontiera assai piu estesa che 350 miglia. Inoltre sarebbe stata necessaria una grande flotta mercantile per trasportare dall'Italia alla Dalmazia i ri– fornimenti indispensabili per l'esercito stanziato in un paese sterile ed ostile, e una forte marina avrebbe dovuto proteggere le linee di comunicazione tra quell'esercito e le sue basi in Italia. Queste forze sarebbero state distolte verso l'Adriatico dalle linee vitali per l'Italia nel Tirreno e nello Ionio. In breve, anche dal punto di vista strategico, e si potrebbe dire, specialmente dal punto di vista strategico, la conquista della Dalmazia sarebbe stata un grosso errore. Alla Conferenza della Pace Clemenceau, Lloyd George e Wilson tolsero Smirne a Orlando ed a Sonnino per darla alla Grecia. Ma se mai un cattivo servizio fu un colpo di fortuna per chi fu mal servito, questo fu proprio il caso. I diplomatici inglesi e francesi avevano assegnato a se stessi, nel Medio Oriente, tutti gli antichi territori turchi occupati da popolazioni non turche, presentandosi a queste quali liberatori dal giogo turco, e avevano ri– servato all'Italia il boccone scelto di Smirne e dintorni, proprio nel cuore della forza turca. L'Italia avrebbe dovuto sostenere una lunga ed ardua guerra contro i turchi sul loro suolo nazionale.· Attirando contro di s.é le forze turche, l'esercito italiano in Asia Minore si sarebbe assunto, a pro– prio rischio e a spese del popolo italiano, l'onere di garantire la sicurezza dei "mandati" francesi e inglesi nei territori vicini. I greci avrebbero fatto meglio a domandare che francesi e inglesi si tenessero per sé il regalo di Smirne. Avrebbero evitato il disastro del 1922. 5 Infine, è vero che quando gli ex possedimenti coloniali della Germania in Africa furono divisi tra i vincitori, i diplomatici italiani furono esclusi _dalla ripartizione delle spoglie, e non riuscirono ad ottenere il diritto di espansione in Etiopia. Le colonie sono simbolo di superiorità. Ogni paese che aspiri alla grandezza, vuole averne, come ogni milionario deve coprire di gioielli la moglie o l'amante. Inoltre i possedimenti coloniali esercitano un'attrazione irresistibile sull'immaginazione di un popolo stipato in una terra insufficiente ai suoi bisogni. Non è dubbio che con la loro politica 5 GALLI, Diarii e lettere, pp. Tl2, 374-75. 19 Bibloteca Gino Bianco

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