Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale bero desiderato partecipare al sistema di sicurezza collettiva organizzato nella Società delle Nazioni, formavano negli Stati Uniti una infima mino– ranza. Tutte le classi, tutti i partiti, nella loro grande maggioranza, rifug– givano da qualunque intervento negli affari europei. Erano "isolazionisti." "La opinione pubblica era trasportata da un desiderio quasi forsennato di rendere assolutamente impossibile per gli Stati Uniti di essere trascinati nella guerra imminente, qualunque cosa avvenisse. 113 Pur di "tenersi fuori" dall'" intrigarsi" negli affari altrui, gli isola– zionisti erano pronti ad abbandonare ogni diritto di commerciare coi belli– geranti, poco importava se aggressori o vittime dell'aggressione. Secondo loro, "l'interesse superiore degli Stati Uniti, di fronte ad una guerra altrui, era non la rivendicazione dei diritti neutrali dell'America, ma la preserva– zione della non belligeranza americana, come il massimo bene per il po– polo americano date le circostanze. 114 Inoltre c'erano negli Stati Uniti piu di quattro milioni di cittadini oriundi italiani, che erano stati portati dalla "propaganda" fascista ad uno stato di esaltato fanatismo mussoliniano. Costoro non avrebbero mai potu– to ottenere una politica attiva in favore dell'Italia, perché tutta la gente onesta era indignata per la truculenta brutalità di Mussolini, e non avreb– be mai consentito che il Governo americano si opponesse in alcun modo ad una risoluta iniziativa della Società delle Nazioni. Ma gli italo-america– ni rafforzavano la maggioranza isolazionista, ostile a qualsiasi intervento in questioni europee, e impedivano cosf l'adozione di una politica attiva contro l'Italia. 5 Inoltre il Presidente Roosevelt sospettava (o sapeva?) che i Governi di Londra e Parigi non facessero sul serio, e che se lui si fosse im– pegnato prima che essi effettivamente si impegnassero, gli poteva capitare un bel giorno di essere lasciato solo nell'imbarazzo. Egli badava special– mente ad un problema: come ottenere i voti degl'idealisti internazionalisti, dei realisti isolazionisti, e degli italo-americani mussoliniani. Senza con– tare il clero cattolico di tutti i gruppi nazionali, il quale, dopo il Concor– dato del 1929, vedeva in Mussolini "l'uomo della provvidenza." Roosevelt non domandava di meglio che soddisfare tutti. Perciò durante tutta que– sta faccenda, si attenne ad una politica di proposizioni vaporosamente "idea– liste." "Un desiderio di sfuggire alla responsabilità piuttosto che una volon– tà positiva di fare qualche cosa per render vana l'aggressione governava la nostra vacillante politica,, (FEis, p. 220). "Franklin Roosevelt, 11 scrive una donna che lo conobbe a fondo, "non era un uomo semplice, era l'essere umano piu complicato che io abbia mai conosciuto. 116 E un'altra persona che ebbe con lui familiarità, scrive che era "un uomo d'infinita sottigliez– za e oscurità - scaltro nel tener a bada, che non poteva facilmente esse- -432 l HuLL, Memoirs, I, p. 410. 4 ToYNBEE, Survey of lnternational Affairs, 1935, II, p. 94. s No.RMAN, lnfl,uence of Pro-Fascist Propaganda on American Neutrality, 1935-36. 6 PERK!Ns, The Roosevelt I Knew, p. 3. Bibloteca Gino Bianco

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