Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale violenta come negli anni che seguirono la prima guerra mondiale: "Si com– pf un miracolo senza precedenti di alchimia psicopatica. L'Italia, o quanto meno l'élite intellettuale e politica, a cui un avverso destino aveva affidato l'Italia, trasformò sostanzialmente una vittoria in un disastro ... La nazione colpita da masochismo, esultò nel flagellarsi. " 3 Una fra le piu clamorose conseguenze di quel parossismo dissennato fu la spedizione di D'Annunzio su Fiume (settembre 1919). Per impedire ·che quella città fosse presidiata da truppe britanniche e francesi, D' Annun- • zio, capitanando uomini delle truppe regolari ribellatisi al Governo civile, la occupò. Fu una "guerra privata" contro Inghilterra, Francia e Stati Uniti, condotta da un poeta privo di senso morale e di senso comune: una parata medievale, che non finf in tragedia, sol perché nessuno fuori d'Italia la prese sul serio. Chi vuol capire la crisi del dopoguerra in Italia, deve tener presente non solo l'esaurimento nervoso prodotto da tre anni e mezzo di sofferenze, ma anche e sopra tutto la velenosa propaganda a cui fù. assoggettato il po– polo italiano dal 1919 in poi. La storia d'Italia, delle sue agitazioni sociali e turbamenti politici in quel dopoguerra, appare nella sua vera luce soltanto quando sia proiettata sullo sfondo psicologico della "vittoria mutilata." . Con tutto questo, rimane il fatto che né gli errori dei negoziatori ita– liani, né la mala volontà di Lloyd George e di Clemenceau, né la ostilità di Wilson ai;recarono alcun danno reale alla nazione italiana. La mancata annessione della Dalmazia all'Italia non era da ~deplorare. 4 La Dalmazia non avrebbe accresciuto né le ricchezze né la sicurezza d'Italia. Era un paese povero e roccioso, abitato da piu che mezzo milione di slavi fieramente nazionalisti. C'era una maggioranza italiana solo nella città di Zara, e fuori di Zara non piu che ventimila italiani dispersi in un mare slavo. Minoranze nazionali annesse contro voglia non costituiscono guadagno per nessun paese. Avesse occupato la Dalmazia, l'Italia avrebbe dovuto mantener– vi una parte notevole del suo esercito in permanente attrezzatura di guerra per tenere soggiogata la popolazione slava ostile. Nel caso di altra guerra eu– ropea, in cui fosse implicata l'Italia, questa sarebbe stata obbligata ad im– mobilizzare importanti forze militari in quella provincia per proteggere le sue 350 miglia di frontiera contro un attacco proveniente dal retroterra slavo. Siffatto esercito di occupazione avrebbe dovuto essere usato con mag– gior vantaggio nella protezione di altri confini italiani ben piu vitali, quelli verso la Francia, o verso l'Europa Centrale, o nella difesa della penisola contro sbarchi dal mare. La Dalmazia non avrebbe dato all'Italia il dominio dell'Adriatico. Il dominio del mare è assicurato dalle piu potenti forze navali mobili, qualora esse possano fare assegnamento su una sola base navale bene organizzata, 3 BoRGESE. Goliath, p. 149. 4 GALLI, Diarii e lettere, pp. 371, 378, 379, 381, 384. 18 Bib,u1.eva Gino Bianco

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