Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

I criminali di pace sta a uno dei suoi ammiratori inglesi, G. Ward Price, corrispondente del Daily Mail di Lord Rothemere (26-VIII-35) per annunciare che se la Società delle Nazioni fosse stata cosI insensata da trasformare una remota campa– gna coloniale· in una guerra europea, e cosI "spalancasse la porta a tutte le ambizioni insoddisfatte sul continente europeo e in tutto il mondo," sa– rebbe ricaduta su di essa la responsabilità per i milioni, anzi decine di milioni di vite che sarebbero state sacrificate. "I pacifisti sono i peggiori nemici della pace, perché vogliono estendere a tutto il mondo un conflitto coloniale." Ma se l'Abissinia era aperta alla colonizzazione italiana, le aspi– razioni dell'Italia sarebbero state soddisfatte, e l'Italia sarebbe diventata un paese conservatore. Il giornalista non riportò le esatte parole di Mussolini sulle sanzioni, ma rivelò che c'erano tre possibili gradi di sanzioni: morali, economiche e militari. Una sanzione morale potrebbe assumere la forma di un voto di censura. In questo caso l'Italia abbandonerebbe la Società delle Nazioni e continuerebbe per la sua strada. Ma se le sanzioni fossero arrivate .fino al blocco del Canale di Suez, l'Italia vi si opporrebbe "per terra, per mare e per aria." Da allora in poi, Lord Rothermere non parlò mai della questio– ne etiopica senza ripetere la formula: "Sanzioni significano guerra." La "voce del padrone" in Italia, Gayda, fece eco alla "voce del padrone" in Inghilterra. Anche Gayda lanciò la formula: "Sanzioni significano guerra." Quei giornali britannici che si fanno fiammeggianti apostoli delle sanzioni lavorano per la guerra. Guerra trasferita dall'Africa all'Europa e dall'Europa in tutte le parti del mondo (...). Guerra decisa, spietata, di distruzione per terra, per mare e per cielo, quale può essere quella di un popolo virile ed esasperato (Gl. 23-VIII-1935). Per dimostrare che il Duce faceva sul serio, e che l'Italia era prepara– ta ad andare in guerra non solo in Africa Orientale, ma anche in Europa, spettacolose manovre dell'esercito italiano furono inscenate nell'Alto Adige. Vi assistette il comandante del Corpo cl' Armata francese destinato ad unir– si agl'italiani nell'Italia settentrionale per affrontare le forze di Hitler. Os– servatori stranieri poterono assistervi. Il corrispondente del Daily Telegraph, che prima di diventare un giornalista era stato maggior-generale di pro– fessione, osservò (28-VIIl-35) che "il carattere montuoso della zona e l'e– norme estensione dello schieramento rendevano difficile di veder molto; questo svantaggio era accresciuto dalla tendenza ad invitare gli ufficiali e i giornalisti stranieri a guardare la battaglia da posti di osservazione ele– vati, dove c'era un'eccellente vista della battaglia nell'insieme, ma non si poteva vedere un solo soldato." Comunque egli fu molto colpito da ciò che non aveva visto: Il Duce ha ben ragione di esser fiero dell'esercito che ha fatto tanto per creare.• Ha forgiato un'arma, che deve inevitabilmente costituire un potente fattore nella si- 423 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=