Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

I criminali di pace no in crociera, rinunciarono alla vacanza di fine settimana, che per un inglese è l'undicesimo dei dieci comandamenti. MacDonald si precipitò a Londra dalla Scozia, e in una dichiarazione alla stampa disse: "Conside– ro la situazione attuale come la piu grave, a cui abbiamo dovuto far fronte dopo il 1914." Tutti i luminari dell'Inghilterra politica - Lansbu– ry (il capo del gruppo parlamentare laburista nella Camera dei Comuni, pacifista intransigente), Lloyd George, Lord Cecil, Winston Churchill, Sir Austen Chamberlain, Sir Herbert Samuel e gli alti Commissari dei Do– mini, - furono invitati ad esprimere il loro avviso. Noi siamo stati informati da Churchill della opinione da lui espressa a Sir Samuel Hoare: Io dissi che ritenevo giustificato il ministro degli Esteri se andasse con la Società delle Nazioni contro l'Italia fino dove potesse condurre la Francia; ma aggiunsi che non dovevamo fare alcuna pressione sulla Francia, data la sua convenzione militare coll'Italia e le sue preoccupazioni verso la Germania, e in quelle circostanze io non mi aspettavo che la Francia sarebbe andata molto lontano. Parlai allora delle divisioni italiane sul Brennero, della frontiera meridionale francese non presidiata e di altri aspetti militari. In generale io consigliai energicamente i ministri a non cercare di assumere una parte direttiva e a non mettersi innanzi in prominenza esagerata. 3 L'opinione degli altri è facile a indovinare da quanto fecero in segui– to. Salvo Lord Cecil, tutti gli altri, senza dubbio, concordarono con Chur– chill. Il Gabinetto aveva un solo problema da risolvere: qualora Lavai aves– se buttato a mare l'intesa franco-italiana per mantener fede al Patto della Società delle Nazioni, avrebbe potuto contare su un'alleanza con l'Inghil~ terra, tanto contro Mussolini quanto contro Hitler? Il corrispondente di Parigi del Manchester Guardian mise in chiaro questo punto: Se la Francia coopera intimamente co_nla Gran Bretagna nella Società delle Nazio– ni, è difficile che essa eviti di tornare alla vecchia tensione con l'Italia. Questo la obbli– gherebbe ancora una volta a stabilire guarnigioni lungo la frontiera alpina. Nel corso dei prossimi due o tre anni questo costituirebbe uno sforzo tremendo per il pot~nziale umano della Francia. È da immaginare che un rinnovato dissidio con l'Italia costrin– gerebbe il Govérno francese a prolungare il servizio militare. Se la Francia deve di nuovo litigare con l'Italia, vorrebbe essere assolutamente sicura che l'opinione britan– nica sarebbe unanime nella difesa degl'interessi della Francia e dei suoi alleati, al modo stesso in cui si è unita contro l'aggressione italiana in Abissinia (22-VIII-1935). Fu mai questo problema discusso francamente fra i diplomatici e gli uomini politici britannici e francesi? Offerse mai esplicitamente il Gover– no britannico ·a Lavai un'alleanza contro la Germania e l'Italia, se Lavai avesse rinunciato alla intesa con Mussolini e Mussolini si fosse unito a Hitler? 3 Tbe Gatbering Storm, p. 169 (trad. it. p. 19,). 421 Bibloteca Gino Bianco

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