Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

.. La quadratura del cerchio il diritto di appartenere alla Società. Ritornato a Ginevra, propose al de– legato italiano che le tre Potenze firmatarie del trattato del 1906 ricono– scessero la posizione preponderante dell'Italia in Etiopia, fatti salvi i diritti della Francia sulla ferrovia Gibuti-Addis Abeba e della Gran Bretagna sulle acque del Lago Tana. Poi un intervento diplomatico franco-britannico ad Addis Abeba, combinato con la minaccia di un'azione militare italiana, indurrebbe Hailé Selassié a vedere la luce. Dopo di che, alla Società delle Nazioni resterebbe il compito di riorganizzare l'amministrazione dell'Etio– pia, col rispetto dovuto, naturalmente, alla preponderanza che vi aveva l'Italia.3 In breve, il segretario della Società delle Nazioni, non meno di La– vai e di Hoare, "disannetteva" l'Etiopia dalla Società aspettando il turno per la Spagna, l'Austria e la Cecoslovacchia. Paul-Boncour, che era allora il delegato francese a Ginevra, e che una volta aveva definito Mussolini come "Cesare di carnevale" pubblicò pro– prio allora una serie di articoli per raccomandare che "fosse permesso al– l'Italia d'intraprendere una penetrazione economica con· Ie necessarie garan– zie politiche" in Etiopia. Fin dove sarebbero arrivate le "garanzie politi– che"? Mussolini fece ringraziare Paul-Boncour. Costui era sicuro che se Mussolini avesse operato attraverso la Società delle Nazioni, invece di sfi– darla, la Società avrebbe affrontato le sue domande, anche se Hailé Selas– sié avesse sollevato difficoltà (Souvenirs, III, 17). Una via di- uscita si poteva tr~vare in base all'art. 15, paragrafo 7, del Patto, il quale disponeva che la guerra poteva essere "legalizzata" in ar– monia con i principt della Società. Se il Consiglio della Società non rag– giungeva una decisione unanime sul modo di appianare la divergenza, i liti– ganti potevano ricorrere alla guerra, anche a norma del Patto. Nella questione italo-etiopica il Consiglio poteva non raggiungere l'unanimità, e cosi fornire all'Italia una base per iniziare una guerra "legale" restando tanto l'Italia quanto l'Etiopia membri della Società. Cosi i "principt'' del– la Società rimarrebbero intatti, e Lavai concilierebbe il Patto della Società con l'intesa del gennaio 1935. Il corrispondente da Parigi del Morning Post di Londra (24-VIl-35) informò che la mancanza di unanimità si sarebbe ot– tenuta persuadendo il delegato del Cile o qualche altro delegato minore a votare contro. Secondo un'altra proposta, gli amici di Mussolini nel Consiglio pote– vano architettare qualche specie di mandato o protettorato italiano sull'E– tiopia, cioè potevano adottare la soluzione che era stata abbozzata 1'11 lu– glio da Miss Graves alla Camera dei Comuni. Questa soluzione fu umori– sticamente descritta dal News Chronicle di Londra (17-VII-35) come "una certa indipendenza sotto un mandato italiano sorvegliato dalla Socie– tà delle Nazioni." Se Hailé Selassié consentiva, gli sarebbe stato concesso di restare membro della Società, mentre Mussolini s1 caricherebbe coraggio- 3 VILLARI, Storia diplomatica, p. 119. 407 Bibloteca Gino Bianco

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