Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capi.toloquarantaduesimo La, quadratura·del cerchio In una relazione (a quanto pare, della fine luglio 1935) Grandi an– nunciò che la p·olitica di Mussolini aveva molti sostenitori in circoli conser– vatori britannici. Si ammetteva che occorreva farla finita colla ridicola in– fatuazione inglese per la Società delle Nazioni. Il mantenimento di rappor– ti cordiali tra Gran Bretagna e Italia era d'importanza capitale. Tutte le po– tenze coloniali si sarebbero avvantaggiate se l'Italia avesse risoluto il suo problema coloniale e ottenuto vittoria completa. Non c'era dubbio su tale vittoria. In ogni caso vaste sezioni dell'opinione pubblica britannica vole– vano che l'Inghilterra restasse .neutrale. Sir Austen Chamberlain cercava una formula che legittimasse l'azione italiana in Etiopia. Lloyd George era ostile all'Italia. Winston Churchill, uno fra gli amici di Hoare, non si comprometteva. Ma il Marchese di Lothian, che era stato ostile, pareva si fosse convertito; si diceva che fosse l'ispiratore di un articolo comparso sul Times, il quale consigliava di dare· all'Italia un mandato sull'Etiopia. Lord Tyrrel, ex-ambasciatore a Parigi ed ex-segretario permanente al Mi– nistero degli esteri, sosteneva che si dovesse circoscrivere il piu possibile l'e– stensione della guerra, dato che era diventata inevitabile; proponeva che Gran Bretagna e Francia dessero mano libera all'Italia. La stampa di Lord Rothmere e Lord Beaverbrook era favorevole all'Italia. Ma la stam– pa liberale e laburista era ostile, per quanto fosse un po' meno violenta di prima. La stampa ufficiosa appariva incerta e contraddittoria.1 In breve, la "Gran Bretagna" come entità collettiva non ebbe mai un'esistenza meno reale che nel 1935. E allora quali erano le reali intenzioni del Gabinetto britannico? Qual era il significato dell_asua decisione di uniformarsi ai principi. della Società delle Nazioni ? Il 24 luglio, l'ambasciatore britannico a Roma consegnò al ministro degli Esteri italiano una nota, in cui il Governo britannico esprimeva il proprio turbamento per il fatto che il Governo italiano avesse respinto la 1 VILLAU, Storia diplomatica, pp. 109-110. 405 Bibloteca Gino Bianco

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