Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale . possono immaginare le effusioni della stampa Rothmere o Beaverbrook o del Morning Post, o dell'Observer e degli altri grandi e piccoli organi mus– soliniani. Il Daily Mail (25-VII-35) protestò che la Società era diventata una minaccia permanente alla pace del mondo; il vero dovere dell'Inghil– terra consisteva nel lasciare che la barbara Etiopia fosse posta sotto il con– trollo di un paese civile. Il Morning Post (25-VII-35) opinò che gl'inglesi dovevano rendersi conto che l'Italia, quale grande nazione in continua espansione, aspirava a fare ciò che gli inglesi avevano già fatto in Afri– ca, cioè a costruirsi un impero coloniale. Una frase comunemente ripetuta era che "l'Inghilterra non poteva fare il poliziotto del mondo." I sosteni– tori della sicurezza collettiva attraverso la Società delle Nazioni venivano bollati col titolo di "pacifisti assetati di sangue." Il Times e il Daily Telegraph erano inondati di lettere di ammiragli, generali in pensione, Lords e altri personaggi di alto rango, i quali so– stenevano che la guerra doveva in tutti i casi essere evitata. Piu rumorosi di tutti erano i fascisti britannici capitanati da Sir Os– wald Mosley. Il 6 giugno 1946 il ministro dell'Interno nel Gabinetto la– burista britannico comunicò alla Camera dei Comuni due lettere di Gran– di, l'Ambasciatore italiano a Londra, che erano state trovate tra le carte di Mussolini. Una, in data 30 gennaio 1934, diceva: Mosley mi ha pregato di esprimervi gratitudine per la notevole somma, che ho disposto di consegnargli oggi. Parlò pure con gratitudine della generosità con cui avete accettato come un impegno la sua domanda di ulteriore aiuto materiale. Un'altra lettera, in data 1° marzo 1935, suona come segue: In questo momento spendiamo molto denaro in Inghilterra. Fino a pochi giorni fa, voi davate a Mosley circa 3.500.000 lire all'anno in assegni mensili di circa 300.000 lire. Tutto questo denaro, credetemi, Duce, anche nella migliore ipotesi, è semplice– mente buttato via. Grandi consigliava il Duce "di concentrare lo sforzo in una direzione diversa." Sentiva di poter "produrre un risultato dieci volte superiore" con un assegno mensile di 35.000 lire (in quel tempo la lira era valutata a 57 per una sterlina). 9 9 STARHEMBERG, Between Hitler and Mussolini, p. 146: "Nei miei ripetuti incontri col Duce, io notai in lui un curioso particolare. L'uomo riusciva o ad abbassare il ciglio inferiore o a sollevare la pupilla sopra questo ciglio in modo da rendere visibile la parte bianca inferiore, e sollevando il ciglio superiore anche la parte bianca superiore era denudata. La pupilla, cosi circondata dal bianco dell'occhio, era mobile in un modo eccezionale, e questo gioco dell'occhio, produceva un effetto straordinario. Durante una breve conversazione (nel 1935) io osservai che Mosley usava lo stesso trucco. Questo mi sorprese non poco e anche mi diverti, perché aveva tutto l'aspetto di una imitazione." Il fascismo era evidentemente diventato un articolo per espor– tazione. Sir Oswald Mosley non era probabilmente il solo in Inghilterra a banchettare su mo– neta italiana. Augur disparve dalle colonne del New York Times alla fine del 1940, e nessuno spiegò mai quella scomparsa. Garvin, direttore dell'Observer, pagava imposte sul reddito per 40 mila sterline all'anno, reddito che non poteva essere spiegato coi suoi soli guadagni di gior– nalista e di scrittore. 404 Bibl ~ Gino Bianco

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