Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Eden concluse la discussione evitando tutti i punti essenziali. La questio– ne delle sanzioni - spiegò - era piu complessa di quanto si credesse. Gine– vra non aveva deciso nel passato aprile se le sanzioni dovessero o no essere applicate. Ginevra aveva detto solo: "Vedremo se potremo applicarle." C'è chi dice: "Non potete imporre sanzioni economiche e finanziarie senza peri– colo di guerra." Ci sono altri che dicono: "Voi -non potete imporre sanzioni econo– miche e finanziarie salvo che siate preparati a entrare in guerra." C'è un terzo punto di vista che dice: "Non importa se voi imponiate o no sanzioni economiche e finan- . . . ,, z1ar1e; esse non servono a mente. Secondo Eden, le sanzioni "potevano essere utili." Ma una ricerca su questo punto era stata iniziata dal Consiglio della Società, e bisognava aspettare a vedere. Intrinseca caratteristica del Patto era che ogni disputa fra due membri della Società, che potesse turbare la pace, interessava tutti i soci. Offrendo a Mussolini una sistemazione definitiva della disputa, il Go– verno britannico aveva dimostrato quanto siffatta disputa fosse di immedia– to e vitale interesse. Inoltre c'era il Trattato del 1906 (l'accordo del di– cembre 1925 era sempre tenuto nell'ombra). "Noi rispettiamo pienamente le nostre obbligazioni in base al Trattato del 1906." In conformità a quelle obbligazioni il Governo britannico era disposto a sostenere il Governo ita– liano quando questo domandasse concessioni economiche in Abissinia. Di– sgraziatamente, Mussolini aveva respinto le proposte britanniche. Dato che la faccenda era arrivata a questo punto, avrebbe il Governo britannico presentato agli altri membri della Società, e specialmente alla Francia, una proposta di sanzioni efficaci per tener fermo Mussolini? Que– sto era il punto cardinale da chiarire. Su questo punto Eden fece le se– guenti dichiarazioni: 1) Il nostro sforzo ha mirato a scoprire se il Governo francese avesse da fare qualche proposta costruttiva per una composizione della divergenza. Noi sentivamo di aver dato il nostro contributo e che toccava a quel Governo dare il suo. 2) Affermo decisamente che in nessuno stadio delle conversazioni che abbiamo avuto con il Governo francese su questa vessata questione, c'è mai stata alcuna base per credere che il Governo francese sia stato mai consigliato da noi ad un'azione economica. La prima affermazione significava che il Governo britannico era di– sposto a fare ciò che la Francia o l'Estonia o l'Equador erano disposti a fare, ma non a dir )oro che cosa fare. "Era la cavalleresca cortesia del dopo di voi, signore. " 4 La seconda affermazione significava che non solo il ministro degli Esteri britannico escludeva il blocco, ma anche il ministro per la Società delle Nazioni escludeva l"' az~one economica." Cioè il Gover– no britannico non prendeva in considerazione sanzioni di alcun genere, almeno per il momento. L'ultima speranza di allontanare la guerra se n' e– ra proprio andata. 4 ]OHNSON, A. Eden, p. 290. 400 Biblo ca Gino Bianco

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