Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Lohengrin va a Roma Maffey riteneva che si limitassero le ambizioni del Duce). Per ottenere il consenso di Hailé Selassié a questo sacrificio, il Governo britannico era di– sposto ad offrirgli un accesso al mare attraverso il territorio britannico e il porto di Zeila. Le informazioni date da Villari, in base a documenti italiani, coinci– dono in tutto e per tutto con la relazione di Eden, ma forniscono maggio– ri particolari. Eden, in una prima conversazione con Mussolini e Suvich, allora sottosegretario agli Esteri, spiegò che in Gran Bretagna tanto i con– servatori quanto i liberali e i laburisti appoggiavano di tutto cuore la So– cietà delle Nazioni. Il Governo britannico desiderava arrivare a mezza stra– da verso le aspirazioni italiane, ma non voleva rovesciare il carretto di Gi– nevra. Se l'Italia si ritirava dalla Società, le avrebbe dato il colpo di grazia. L'Inghilterra, per conseguenza, si sarebbe isolata dal campo della politica europea. Inoltre i rapporti fra Inghilterra e Italia sarebbero peggiorati. E qui Eden tirò fuori dal cappello i due conigli che presumeva dovessero in– cantare tanto Mussolini quanto Hailé Selassié: a questo il porto di Zeila e il corridoio che collega tale porto con l'interno e all'altro il deserto di Ogaden "e un certo numero di concessioni economiche da precisare in seguito." Mussolini obbiettò che quelle proposte non fornivano "una solu– zione radicale del problema fondamentale." L'Italia aveva speso ingenti somme per sistemare la questione una volta per sempre. Se essa accettava le proposte di Eden, l'Inghilterra avrebbe fatto la parte di salvatrice e pro– tettrice dell'Etiopia, e per giunta l'Etiopia sarebbe diventata "una poten– za marittima, e come tale piu pericolosa per i suoi vicini." Eden insisté che Lavai pretendeva di aver dato mano libera a Mussolini "esclusivamen– te nel campo economico." Mussolini replicò che Lavai, parlando di "mano libera" non aveva specificato se si riferisse solo al campo economico o an– che a quello politico. C'erano soltanto due solu~ioni possibili: 1) una solu– zione pacifica, che avrebbe posto i territori periferici non amarici dell'E– tiopia sotto la diretta sovranità italiana e istituito un diritto superiore italiano sul nucleo centrale amarico; oppure 2) una soluzione militare che "implicava l'eventuale eliminazione dell'Etiopia dalla carta geografica." In un secondo colloquio, del 25 giugno, Mussolini indicò su una car– ta i territori periferici, che dovevano cadere sotto la sovranità italiana, e le regioni centrali, su cui doveva essere stabilito un protettorato italiano , analogo a quello della Francia in Marocco e dell'Inghilterra sull'Egitto. In un'ultima conversazione con Suvich, Eden espresse crescente preoc– cupazione per la situazione difficile che si sarebbe qeata tra Italia e Gran Bretagna. Suvich rispose che i rapporti italo-britannici non avrebbero subfto eccessiva tensione qualora Hailé Selassié avesse capito di non po– ter contare sull'Inghilterra e fosse venuto a patti. 8 Mussolini non comprese mai che una quieta risposta serve a deviare • Storia diplomatica, pp. 96-9. 389 Bibloteca Gino Bianco

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