Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale procamente, assumendo ciascuna la propria parte nella conservazione dell'ordine in– ternazionale. È cosi che io intendo un sistema di pace collettiva. Ed è perché la So– cietà delle Nazioni è la sola espressione di un tale sistema, che secondo la mia con– vinzione dobbiamo darle il nostro pieno appoggio. Per rendere efficace tale sistema - efficace nel senso che esso possa resistere a qualsiasi pressione - un solo ingrediente è indispensabile, e non dovrebbe mancare e non· mancherà, ed è l'appoggio del Go– verno di Sua Maestà. Viceversa il Morning Post (23-V-35) pubblicò un articolo "che si cre– deva di fonte ufficiosa " 5 e nel quale si affermava che il Governo britanni– co era tenuto per trattato a tener aperto il Canale di Suez, come se il Governo britannico non lo avesse chiuso durante la guerra 1914-18. 6 Ora che Mussolini sapeva di non dovere avere nessun timore per il Canale di Suez, il Cavaliere Errante della Società delle Nazioni arrivò a Roma per assalire il drago nero. Che cosa sia accaduto fra il Cavaliere e il drago (24 e 25 giugno) non è stato mai riferito ufficialmente. Secondo la versione che Feiling ha ricavato dai diari di Neville Cham– berlain, Mussolini "derise gli sparsi alberi di palme e i deserti spopolati - ricevuti dalla Francia, respinse la offerta di cedere all'Abissinia il porto di Zeila nella Somalia inglese, che avrebbe ceduto una parte dell'Ogaden all'Italia. E parlando quietamente e rassegnatamente, domandò la cessione di tutti i territori non amarici conquistati dall'Abissinia nel mezzo se– colo passato, con qualche forma di dominio su tutto il resto, analogo a quanto l'Inghilterra aveva in Egitto. 117 Nell'aprile 1936 Eden diede la seguente informazione sulla predica che egli aveva fatto al Duce: Espressi al sig. Mussolini la grave preoccupazione del Governo di Sua Maestà per la piega che prendevano gli avvenimenti tra Italia e Abissinia. Dissi che le nostre ragioni non erano né egoistiche né dettate dai nostri interessi in Africa, ma dalla no– stra qualità di membri della Società delle Nazioni. Dissi che la politica estera britan– nica si basava sulla Società, e che il Governo di Sua Mae~tà non poteva quindi re– stare indifferente innanzi ad avvenimenti che potevano interessare profondamente l'av– venire della Società. Dissi che su questa materia l'opinione pubblica in questo paese aveva una sensibilità molto acuta. Era solo mediante la sicurezza collettiva, che la pace poteva essere assicurata, e solo mediante la Società delle Nazioni la Gran Breta– gna poteva assolvere interamente il suo compito in Europa. Per questa ragione il Go– verno di Sua Maestà aveva cercato ansiosamente se poteva offrire un contributo co– struttivo a una soluzione. Il contributo costruttivo consisteva nell'offerta a Mussolini, quale "si– stemazione definitiva" di una porzione del deserto di Ogaden (cioè quel– le "pianure che confinano con la Somalia Italiana" alle quali il rapporto s VILLARI, Storia diplomatica, p. 111. 6 HoSKINS, The Suez Canal in time of War, p. 101: "Un attento esame dell'atteggiamento della Gran Bretagna verso il Canale, dalla sua apertura in poi, indica che ogni qual volta sono in pericolo interessi imperiali britannici, essa trova ragioni tecniche per tagliare l'arteria di Suez, e si ritiene anche dispensata dall'addurre delle ragioni." 1 Life of Neville Chamberlain, p. 265. 388 I BiblotecaGino Bianco

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