Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Lohengrin va a Roma Provvidenza" di Pio XI) era il genio piu benefico che la razza italiana avesse mai prodotto. Era ipocrisia nella sua forma piu tipica! Un altro deputato conservatore chiese a che cosa servisse quella di– scussione. La commissione di arbitrato era riunita. Si doveva aspettare la sua decisione. Eden, parlando per conto del Governo, ammise l'importanza della par– te che doveva avere la Società delle Nazioni in tutte le controversie. Ma Attlee non aveva considerato il fatto che l'Italia, sottomettendosi all'arbitra– to, aveva garantito di non ricorrere alla forza. Come negare siffatto succes– so alla Società delle Nazioni? Finché gli arbitri non giungevano ad una decisione meno si parlava e meglio era. Non era leale condannare l'I– talia: "Noi erriamo, se ignoriamo il principio cardinale della legge britan– nica, cioè che un upmo è innocente finché non ne sia provata la colpevo– lezza." La soluzione del problema si doveva raggiungere "entro la cornice della Società, del patto Kellogg e del trattato di amicizia del 1928." Tut– tavia là soluzione permanente "avrebbe tenuto conto delle nostre respon– sabilità e di quelle della Francia e dell'Italia nel Trattato tripartito del 1906, in base al quale noi, la Francia e l'Italia abbiamo convenuto di coope– rare alla conservazione dell'integrità politica e territoriale dell'Abissinia." E l'accordo anglo-italiano del dicembre 1925? E quello franco-italiano del gennaio 1935? Eden scivolò su essi. Accennò soltanto all'accordo del 1925 nei seguenti termini: "I nostri diritti in quel paese sono già ampiamente protetti da trattati"; "né siamo animati dal desiderio di opporci all'influen– za italiana in Etiopia." Se prima di questo discorso Mussolini avesse avuto scrupoli, ora non doveva averne piu. Il giorno dopo di questa discussione a Londra, dopo aver salutato in un discorso a Cagliari "la razza eroica e guerriera della Sardegna" disse: Abbiamo dei vecchi e dei nuovi conti da regolare: li regoleremo. Non terremo nessun conto di quello che si possa dire oltre frontiera... Imiteremo alla lettera coloro i quali ci faiuio lezione. Essi hanno dimostrato che,· quando si trattava di creare un impero o di difenderlo, non tennero mai in alcun conto l'opinione del mondo (Di– scorso di Cagliari dell'8 giugno 1935). Baldwin, nel rispondere a Sir Arnold Wilson, che chiedeva agl'italia– ni di fermare Mussolini, aveva affermato che non era possibile sperare nel- 1' opinione pubblica italiana, poiché "non c'era una corrente di opinione pubblica in Italia." Mussolini (Il giugno) replicò che ciò che si chiamava opinione pubblic~ era "un ridicolo burattino che sarebbe stato consuma– to nello zelo delle Camicie Nere." Fortunatamente Eden era sempre là a combattere per il trionfo della sicurezza collettiva. Il 15 giugno 1935 fece la seguente dichiarazione: Conosco un solo mezw per creare questo senso di sicurezza. Tutte le nazioni devono contribuire ad ispirare fiducia, facendo sapere che sono pronte ad aiutarsi reci- 387 Bibloteca Gino Bianco

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