Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale ne facevano parte gli Stati Uniti, il Giappone e la Germania. Con una So– cietà cos1 4 ' paralizzata, cos1 paralizzata" che cosa poteva fare l'infelice Go– verno britannico? "Per quanto duro noi possiamo lavorare - e noi, Po– tenze della Società, lavoreremo duro - saremo sempre lungi dalla forza, che dovremmo avere." Si parlava tanto di sicurezza collettiva. Ma che cos'e- ra la sicurezza collettiva? Voleva dire che se un paese iniziava una guerra, tutti gli altri paesi dovessero associarsi per costringere quel paese ad arre– starsi. Buona idea in verità! Ma "abbiamo ancora della strada da fare pri– ma di raggiungere quel punto." Per fortuna era possibile avvicinarlo: "Es– senza della sicurezza collettiva è l'eguaglianza." "È molto piu difficile ot– tenere la sicurezza collettiva, se una potenza ha una forza maggiore di un'altra." La forza aerea germanica era diventata formidabile. La Gran Bretagna non doveva essere superata dalla Germania nell'aria, a meno che qualche limitazione "fosse pure ad un livello elevato" ponesse fine alla corsa agli armamenti. Cos{ il modo migliore per ottenere la sicurezza col– lettiva era di permettere che ciascuno limitasse i suoi armamenti tenendo- si pronti ad accettare una limitazione "sia pure ad un livello elevato," e continuando ad aumentare sempre limitandosi "ad un livello elevato." Sul- - la questione etiopica non una parola. Pochi giorni dopo, la Società delle Nazioni non era piu paralitica. Era diventata "l'ancora, la difesa, il pernio e il fondamento" della politica este– ra inglese. 8 Nelle sue prime dichiarazioni come Primo Ministro (8 giugno), Baldwin annunciò che il suo Gabinetto intendeva "rendere la cooperazione britannica con la Società delle Nazioni piu facile di quanto fosse stata in passato" e "di mettere in particolare evidenza l'importanza che il Gover– no di S.M. annetteva alla propria appartenenza alla Società delle Nazio– ni." Oltre al Ministero degli esteri ci sarebbe stato un ministero particolar– mente dedicato alla Società delle Nazioni: "La nostra politica estera si ba- ' sa sulla nostra appartenenza alla Società." Non chiarf se quella politica sarebbe stata altrettanto paralitica quanto era la Società. Anthony Eden fu promosso dalla carica di Lord del Sigillo Privato a quella di "Ministro senza portafogli per la Società delle Nazioni." Costui non aveva mai dimostrato nessun particolare interesse per la Società delle Nazioni. Nel 1926 aveva sostenuto che il piu gran merito della Società sa– rebbe consistito nell'offrire occasioni ai governanti delle diverse nazionalità per incontrarsi e di avere uno scambio di opinioni; quanto a prevenire la guerra, non una parola. Nel 1927 era dell'opinione che "se un accomoda– mento poteva essere raggiunto mediante negoziati diretti fra le parti sen– za far appello al Consiglio della Società, tali accomodamenti erano molto migliori di quelli ottenuti attraverso l'intervento della Società." Era la opinione di Mussolini. Nel 1932 aveva consentito alla politica di Sir John Simon in favore del Giappone. 9 In compenso dei servizi resi alla causa a GUEDALLA, The Hundred years, p. 109. 9 ]OHNSON, Anthony Eden, pp. 120, 147, 211 sgg. 368 Bibloteca Gino Bianco

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