Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Entrano in scena Lòhengrin e Sir Samuel Hoare che non potevano aspettarsi alcuna protezione contro l'eventuale aggressione di una grande potenza. Nella Società delle Nazioni avrebbe potuto scoppia– re una rivolta dei loro delegati. Una simile rivolta avrebbe contribuito ad uno slittamento in favore del Partito laburista nelle elezioni che si avvici– navano. Era dunque necessario non sfidare la fede del popolo britannico nella Società delle Nazioni, pur adempiendo al tempo stesso l'accordo Chamber– lain-Mussolini del 1925. Il Governo britannico doveva fare le viste di schie– rarsi col popolo britannico contro Mussolini, mentre non aveva la minima intenzione di mettere a posto Mussolini. Era come risolvere il problema della quadratura del cerchio. I leaders conservatori britannici risolsero questo pro– blema con abilità consumata. Verso i primi di giugno del 1935 fu annunciato un rimpasto del Gabi– netto britannico. MacDonald che era diventato "piu una passività che una attività 115 trasferf la sua testa vuota al posto di Lord Presidente del Consiglio, e Stanley Baldwin assunse la carica di Primo Ministro. Baldwin aveva al suo attivo una qualità d'immenso valore in Inghilter– ra. Era considerato un vecchio signore di campagna onesto e semplice. 6 Quan– do commetteva qualche bricconata non giustificabile in alcun modo, com– pariva davanti alla Camera dei Comuni o a qualche riunione di cittadini, si scusava di aver avuto "torto, completamente torto" e deplorava che gl'in– glesi fossero stupidi, tanto stupidi, ma onesti, tanto onesti. In conseguen– za i suoi concittadini si affrettavano a dimostrargli la loro compassione e gli accordavano la fiducia per un'altra volta. 7 Francesi e italiani sono sem– pre disposti ad ammettere che i loro politicanti sono disonesti, ma consi– derano un insulto insopportabile dire loro che quei politicanti sono stupidi. Gl'inglesi, tutto all'opposto, si offendono nel sentirsi dire che il loro Pri– mo Ministro o ministro degli Esteri sia disonesto, ma raggiungono il col– mo della felicità se vien loro detto che sono stupidi. Baldwin era stato Primo Ministro al tempo dell'attacco di Mussolini a Corfu (v. capitolo IV). Era stato il potere dietro il trono dopo il 1931 e durante la questione della Manciuria. Il 2? maggio 1935, parlando in una riunione di conservatori, affermò che egli era stato sempre uno di quei "molti," in Gran Bretagna, che avevano sostenuto i "principt della Socie– tà delle Nazioni," e avevano fatto il possibile "per aderire ai suoi ideali" (anche quando il suo ministro degli Esteri nel 1923-1924, Lord Curzon, riteneva che la Società fosse "una bella beffa"). Poi prosegui affermando che la Società era "paralizzata, paralizzata nella sua forza" perché non 5 FEILING, Li/e of Neville Chamberlain, p. 288. 6 GREEN, Mr. Baldwin: a study in post - war conservatism, p. 157-158. 7 RoBERTS, Stanley Baldwin, pp. 157-158: "Ecco quel che succede: al momento psicologico, Baldwin si avanza traballando verso il banco dei penitenti, grida a voce alta 'Ho peccato' o, piu spesso, 'Sono stato erroneamente indotto a peccare' e tra le lacrime e gli applausi fa la parte del vitello grasso. Sembra celebrare questo rito proprio inconsciamente. Chiunque sia il sacrifi– cato, Baldwin trovò sempre un posto a tavola, quello del figlio prodigo." Cfr. CHURcmLL, The Gatbering Storm, p. 126 (traduz. ital. p. 149). 367 BiblotecaGino Bianco

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