Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Bretagna non poteva turbare l'accordo [franco-italiano] senza mettere in pericolo quei supremi interessi di pacificazione europea che il patto di Ro– ma [gennaio 1935] era destinato ad assicurare." Poiché il patto di Roma fra Laval e Mussolini riguardava anche l'Etiopia, era chiaro che neppure questo lato dell'accordo doveva essere turbato. Il Consiglio della Società si riunf a Ginevra il 20 maggio per discutere finalmente la questione etiopica. Aloisi affermò con tutta serietà che "il modo, in cui il Governo italiano considerava la questione, era logicamente impeccabile e in conseguenza non poteva essere modificato." "Il Governo italiano non intendeva limitare in alcun modo la missione affidata agli arbi- . tri a norma del trattato del 1928, ma non poteva in alcun caso consentire a che essi estendessero il loro esame alla questione del confine": cioè la mis– sione era limitata! Impeccabile logica. Dopo alcuni ,giorni di negoziati, fu annunciato un compromesso (25 maggio). Mussolini riconosceva la competenza della Società nella disputa e accettava l'arbitrato per l'incidente di Ual-Ual, ma rifiutava di promettere che l'Italia avrebbe sospeso i preparativi militari durante l'arbitrato. D'altra parte, il Consiglio fissò un termine per la decisione degli arbitri. Se non si raggiungeva un accomodamento prima della fine di luglio, la questione sa– rebbe stata discussa dal Consiglio in agosto. "Questo conveniva perfetta– mente agl'italiani. Durante la sopraveniente stagione delle piogge nessuna operazione militare era possibile e frattanto i preparativi per l'invasione • 117 potevano continuare. Mentre a Ginevra ammetteva l'autorità della Società, Mussolini (24 maggio) fece a Roma la seguente dichiarazione: Nessuno, dentro e fuori d'Italia, si faccia illusioni. Noi siamo abbastanza circo– spetti ( !) prima di prendere una decisione; ma quando una decisione è presa, andiamo avanti e non torniamo indietro. È meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora. ·- Il giorno seguente, alcune ore dopo che la decisione di Ginevra fu resa pubblica, tolse al Consiglio della Società e attribu1 a se stesso il merito di aver suggerito l'arbitrato, e ripeté che per resistere alle provocazioni etio– piche era pronto ad assumere qualsiasi responsabilità "anche le supreme." Era venuto il momento per le potenze di prender posizione pro o contro l'Italia. "Il loro allineamento avrebbe dimostrato i loro sentimenti verso l'I– talia." Il problema risaliva al 1925. "Solo uomini in malafede, solo dei ne– mici subdoli o palesi dell'Italia fascista possono fingere stupore e simulare proteste per le misure militari, che abbiamo prese e per quelle che prende- remo. ,, In questo discorso Mussolini toccò anche l'argomento delle relazioni franco-italiane in Europa. Gli accordi franco-italiani del gennaio avevano 7 CEcIL, A Great Experiment, p. 267. 360 Bibloteca Gino Bianco

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