Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La diga del Lago Tana di rinviare ogni iniziativa propria, consentendo al punto di vista di Musso– lini.2 Ma Sir John Simon, nel dare il suo consenso a questa decisione affer– mò che era desiderabile per tutt'e due le parti accordarsi sulla scelta degli arbitri prima della fine di maggio. Rincorato da queste parole, Hailé Selassié chiese (1° maggio) che gli arbitri fossero nominati senza indugio e convocati non piu tardi del 10 maggio. 11 Ministro italiano ad Addis Abeba protestò contro l'insolenza di fissare una data per la scelta degli arbitri. 3 E Mussolini continuò ad imbar– care sempre piu uomini e armi per l'Africa Orientale. 4 Villari afferma che il 29 aprile il Governo italiano informò il Governo britannico che "la questione era andata molto al di là dell'incidente di Ual-Ual e oramai investiva tutta la situazione dell'Italia nelle sue due co– lonie," e domandò quindi una risposta alla proposta fatta nel gennaio "che la questione etiopica fosse discussa nel suo insieme allo scopo di raggiungere un'intesa italo-britannica analoga all'accordo italo-francese del 5 gennaio." Il Governo britannico rispose (1 O maggio) che "in quanto l'Italia aveva evi– dentemente deciso di entrare in guerra contro l'Etiopia, ciò rendeva piut– tosto difficile un accordo:; occorreva chiedere alla Società delle Nazioni di intervenire. Mussolini replicò che egli non escludeva l'intervento della So– cietà a condizione che questa "concedesse all'Italia un mandato sull'Etiopia." Ma il Governo britannico, temendo che le potenze minori protestassero a Ginevra, lasciò cadere l'idea del mandato, e propose che l'esercito etiopico fosse ridotto di numero e riorganizzato sotto ufficiali stranieri, compreso un certo numero d'italiani. Questa volta fu Mussolini a rifiutare nettamente e ad insistere che "l'Italia doveva provvedere alla propria sicurezza con tutti i mezzi di cui disponeva, non esclusa, se necessaria, la guerra." Il Governo britannico allora propose che all'Italia fosse data in Etiopia una posizione "analoga a quella della Gran Bretagna in Egitto." Questa proposta parve a Mussolini "non indegna d'interesse." Ma non se ne fece niente, perché l'opinione pubblica britannica sarebbe stata ostile. 5 Quest'informazione concorda con quanto raccogliamo da tutte le altre 2 Il deputato britannico Cocks ricordò nella Camera dei Comuni (23 giugno 1936} che l'Abis– sinia aveva chiesto al Consiglio nella riunione del 15 aprile 1935 che la disputa fosse messa al– l'ordine del giorno "ma questa richiesta fu respinta e rimandata alla fine di maggio." Eden in– terruppe per affermare che "la sola persona che fece pressione a questo fine fu il rappresentante della Gran Bretagna" (cioè Sir John Simon}. Che cosa intendeva Eden con le parole "a questo fine"? Intendeva che Sir John Simon fece pressione per la discussione o per il rinvio della di– scussione? Eden era dotato di un'eccezionale abilità per questo genere di affermazioni ambigue. Il deputato Cocks, che non era uomo da togliersi facilmente dai piedi, chiese perché il rap– presentante della Gran Bretagna non avesse detto ai suoi colleghi: "Questa faccenda si trascina da mesi. Perché rimandarla ancora? Quali nazioni si opposero? Ci fu un voto? Niente affatto." Eden rispose: "lo non c'ero." Cocks ribatté: "lo intendevo il rappresentante del Governo britan– nico. lo non accusavo il molto onorevole Signore per questa particolare faccenda." Eden non seppe trovare su questo punto neppure una affermazione ambigua, e stette zitto. 3 VILLARI, Storia diplomatica, p. 73. 4 CAu, International Relations, p. 223. "Per i tre mesi successivi [dopo il dicembre 1934] il Governo italiano ritardò la nomina degli arbitri e i larghi rinforzi di uomini e di ma– teriali inviati dall'Italia alle truppe dell'Eritrea e della Somalia italiana dimostravano i propositi di operazioni militari serie." s VILLARI, Storia diplomatica, pp. 93-95. • 357 Bibloteca Gino Bianco

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