Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

La Conferenza di Stresa "completamente erroneo." Sir Eric Drummond aveva espresso al Governo italiano, il 28 febbraio, il serio interesse alla situazione generale e lo aveva informato della reazione dell'opinione pubblica in Inghilterra contro un at– teggiamento bellicoso da parte dell'Italia; questo era stato ripetuto di nuovo al signor Grandi a Londra da Sir Robert Vansittart il 17 aprile e dalla de– lega~ione britannica a Ginevra il 30 aprile; inoltre avvertimenti erano stati dati il 3 maggio e il 22. Il Governo britannico aveva sempre insistito sui doveri che gli derivavano dal Patto della Società delle Nazioni: Per quanto la questione non fosse stata trattata ufficialmente a Stresa, tuttavia fu l'oggetto di conversazioni fra i funzionari, e attraverso essi venne dato un ammo– nimento molto serio sulle conseguenze dell'azione militare in Abissinia. 17 Il Ministero degli esteri inglese evitava accuratamente di chiarire il so– lo punto veramente opportuno: non c'era bisogno di avvertire Mussolini sul– la situazione generale della pubblica opinione, o anche sull'esistenza del Patto della Società delle Nazioni; quello che occorreva dirgli chiaramente era che il Governo britannico intendeva mantenere fede al Patto e non pren– derlo in giro. Se Lord Vansittart e Sir Maurice Peterson avessero avvertiti gli italiani che il Ministero degli esteri inglese si sarebbe opposto all'avventura di Mussolini, questo fatto sarebbe stato messo in chiaro dagli "ambienti in– glesi" nel settembre 1935. Quando la dichiarazione fatta da Mussolini al Consiglio dei ministri il 28 settembre venne in discussione alla Camera dei Comuni, Sir Samuel Hoare ripetette che al tempo della Conferenza di Stre– sa il Governo italiano conosceva il punto di vista inglese (22 ottobre). Ma, nuovamente, quale era questo punto di vista? Mussolini non aveva mai ri– cevuto una risposta alla sua richiesta del 29 gennaio. A Stresa, come osser– vò Attlee, "la questione da quel momento diventava urgente. Una discus– sione di tre giorni fra le grandi potenze, una delle quali stava apertamen– te preparando una aggressione, e la questione non fu mai nemmeno accen– nata da nessuno dei partecipanti! Che cosa sembra? A molti sembra un con– dono." Il deputato liberale, Sir Herbert Samuel, insistette che non si tratta– va semplicemente di quello che poteva essere stato detto, ma del tono nel qual era stato detto, con quale enfasi e con quale autorità: A quella data fu detto a Mussolini: "Tenete ben in mente che se avanzate in Abissinia, la Gran Bretagna si atterrà alla lettera e allo spirito del Patto della Società delle Nazioni e sarà pronta ad eseguire qualsiasi articolo del Patto, che sarà richiesto dal caso. Il nostro atteggiamento sarà incondizionatamente quello di un leale membro della Società pronto a far fronte ai suoi obblighi." Gli fu detto allora in questo tono e con questa enfasi? 17 LT. e MG. 30-IX-35. Informazioni analoghe basate su dati forniti da "eminenti perso– nalità," compreso Sir Samuel Hoare, si trovano in un exposè pubblicato dall' Echo de Paris 18- IX-35. Vi leggiamo che a Stresa, per quanto i capi di tutte le delegazioni avessero ignorato la questione etiopica, tuttavia "essa fu argomento di cc;mversazionifra gli esperti e i funzionari ingle- si e italiani." · 351 ibloteca Gino Bianco

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