Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda _guerra mondiale Anche Lloyd George insistette: L'Abissinia a quell'epoca aveva fatto appello per la seconda volta alla Società delle Nazioni, mentre truppe stavano concentrandosi in Eritrea pronte a combattere ... Quali furono le conversazioni? La delegazione italiana ci disse quello che sarebbe av– venuto, e quale fu la nostra replica? L'onorevole Gentleman (Sir Samuel Hoare) ieri molto abilmente sorvolò su questo dicendo che c'erano state conversazioni, ma non c1 ha mai detto di che cosa trattarono e che cosa venne detto. Anche Lord Lothian mise in chiaro questo punto alla Camera dei Lords: La domanda che molti di noi fanno non è se il Governo espresse inquietudini sulla situazione, ma se fu fatto intendere abbastanza tempestivamente al Governo ita– liano e ai Governi esteri amici, che intendeva mantenersi fedele ai suoi impegni verso la Società delle Nazioni... A questa domanda non è mai stata data risposta. Non poteva darvi risposta - a meno che non si accettasse come rispo– sta lo stupore mostrato da Lord Londonderry, che, dopo aver ricordato quan– te volte l'ambasciatore inglese a Roma e il ministro degli Esteri a Londra avevano discusso la cosa con Mussolini e con Grandi, concluse: "Ed ora ci dicono che abbiamo lasciato che l'Italia indovinasse! Questo non dice nulla! • Io sono stupito della sfrontatezza di coloro che osano farci una simile ac– cusa" (22 ottobre). Per spiegare il perché la cosa non venne considerata a Stresa (ufficiaL– mente dai capi delle delegazioni), Sir Samuel Hoare dichiarò che a quel- 1'epoca "la controversia abissina era quasi del tutto limitata al piccolo inci– dente di frontiera di Ual-Ual "; "l'aspetto piu ampio della controversia allo– ra non aveva cominciato ancora ad apparire cos1 serio sull'orizzonte"; "era difficile supporre che una delle tre potenze, che avevano appena dichiatato che lo scopo della loro politica comune era il mantenimento collettivo della pace nel quadro della Società delle Nazioni, avrebbe intrapreso in un altro continente un'azione che metteva in pericolo quel quadro.,, Eden inoltre insistette nel dire che all'epoca della Conferenza di Stresa non esisteva an– cora un pericolo di guerra 18 e aggiunse che, di fronte alle assicurazioni avu– te in quei giorni da Mussolini (quali assicurazioni?) non. vi era "ragione alcuna,, perché l'argomento Abissinia dovesse essere inserito nell'agenda di Stresa; "allora erano in corso negoziati diretti fra l'Italia e l'Abissinia ... Se a Stresa fosse stato raggiunto l'accordo sugli altri argomenti, esso avrebbe incoraggiato il Governo italiano a cercare una sistemazione pacifica di que– sta controversia." A Stresa non si arrivò a nessun serio accordo in qualsiasi altra questione altro che in un vacuo comunicato sulla Germania. MacDonald e Sir J ohn Simon erano cosf ingenui da non rendersi conto che il cosiddet– to "fronte di Stresa" sarebbe stato impossibile se Lavai non avesse dato a 11 Mentre Eden alla Camera dei Comuni affermava che nell'aprile 1935 non vi era ancora minaccia di guerra, il suo collega di governo, Lord Londonderry, dichiarava alla Camera dei Lords (22 ottobre) che subito dopo l'incidente di Ual-Ual, nel dicembre 1934 "il governo di Sua Mae– stà si era reso conto della grave situazione che poteva ben sorgere." 352 Bibloteca Gino Bianco

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