Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale mitò ad informare gli italiani che una guerra italo-etiopica sarebbe stata im– popolare in Inghilterra, e si fermò là? Oppure aggiunse che il Governo bri– tannico sarebbe stato costretto dalla pressione dell'opinione pubblica a schie– rarsi con la Società delle Nazioni contro l'Italia? Lord Vansittart spiega la tattica del Ministero degli esteri basandosi sui seguenti motivi: 1) Mus– solini non avrebbe badato ad un ammonimento della sola Inghilterra, una volta che Lavai "aveva messo a posto" la faccenda; e 2) "sembrava miglior tattica, pur tenendo d'occhio Laval, mettere al sicuro prima un accordo sul- 1' Austria, cioè avanzare un'esca prima di dare un monito." O queste parole non vogliono dir niente, oppure possono significare soltanto che non ci fu– rono né avvertimenti né moniti, dato che Laval non vi avrebbe parte– cipato .. Eppoi Laval e Mussolini avevano già raggiunto un accordo sulla que– stione austriaca nel gennaio 1935; non avevano perciò bisogno di alcun'esca su questo punto, salvo che Lord Vansittart e i suoi padroni offrissero l'ap– poggio attivo dell'Inghilterra contro qualsiasi tentativo di Anschluss da par– te· di Hitler; ma questo appoggio non fu mai promesso: "Era notorio," scrive Lord Vansittart, "che la Gran Bretagna aveva ancora orrore degl'im– pegni. 1115 Se gli inglesi avevano orrore degl'impegni. Lord Vansittart non aveva nessun adescamento da offrire per fare poi accettare i suoi moniti. Non vi erano adescamenti e non potevano neanche esservi moniti. In un'intervista al Morning Post del 17 settembre 1935 Mussolini af– fermò - e nessuno mai lo smenti su questo punto - che dopo la Confe– renza di Stresa egli ancora una volta dette istruzioni al suo ambasciatore a Londra, il 1° maggio, d'invitare il Governo britannico ad aprire conver– sazioni amichevoli sulla questione etiopica. "Anche questa apertura fu se– guita da conversazioni non conclusive." Il Ministero degli esteri britannico non aveva bisogno di concludere. La conclusione era stata consentita da Sir Austen Chamberlain. già nel dicembre 1925. Nella stessa intervista, Mussolini rivelò che le parole "dell'Europa" era– no state inserite da lui nel comunicato ufficiale "per dimostrare che la si– tuazione africana era stata omessa." Dopo che Mussolini aveva rivelato la paternità e il significato delle parole "in Europa," l'intero suo Gabinetto entrò in lizza (28 settembre 1935), affermando che il Governo britannico, dal 29 gennaio in poi, era stato informato "nel modo piu leale sugli obiet– tivi coloniali della politica italiana" e che gl'interessi italiani erano stati "ri– conosciuti in accordi bilaterali dalla Gran Bretagna stessa." Questo era un riferimento chiaro all'accordo Chamberlain-Mussolini del dicembre 1925. Il Foreign Office ignorò quest'accenno. 16 Il Ministero degli esteri inglese ignorò l'accenno all'accordo del 1925, ma protestò che il riferimento all'atteggiamento della Gran Bretagna era 1 s Lessons o/ ,ny Li/e, p. 40 (traduz. ital. p. 44). 1, W. CHl.JiCHILL, The ,atherin& S10,m, pp. 133-134 (traduz. ital. pp. 1.56-117). 350 Bibloteca Gino Bianco

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