Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo trentacinquesimo Entra in scena la Società delle Nazioni Mentre il Re Alessandro era morto e non poteva sollevare obiezioni con– tro la condotta della Società delle Nazioni, Hailé Selassié era vivo. E la So– cietà doveva affrontare il problema che Hailé Selassié le aveva messo davanti. Quando l'Etiopia fu ammessa nella Società, il Trattato del 1906 (v. sopra p. 76) non fu abrogato. Essa rimase gravata dalla ipoteca che i Governi di Londra, Parigi e Roma le avevano caricato addosso. C'erano tre categorie di potenze nella Società delle Nazioni: 1) Potenze maggiori; 2) Potenze minori indipendenti e 3) Potenze sulle quali l'influenza di qualche altra potenza era esplicitamente o quanto meno tacitamente ammessa dalle altre Potenze. Per esempio l'Irak, l'Egitto, l'India e l'Irlanda appartenevano alla sfera d'influenza della Gran Bretagna, l'Albania a quella dell'Italia, mentre l'Etiopia era di– visa tra Gran Bretagna, Francia e Italia. Tuttavia, secondo la lettera e lo spirito del Patto, nessun nuovo obbligo si poteva imporre su un membro della Società con minaccia di guerra o con altra forma di coercizione. Questo Mussolini cercava di fare con l'Etiopia, e questa era la questione su cui la Società doveva pronunciarsi. Hailé Selassié aveva un'altra carta nel suo gioco. Mussolini si era degnato di firmare con lui il patto di amicizia e arbitrato dell'agosto 1928 con tutta la pompa che si conveniva ad un trattato fra due Stati egualmente sovr1ui. Il Duce, allora, firmava patti di amicizia con tutti, eccetto i suoi vicini, la Francia e la Jugoslavia. Avesse previsto nel 1928 l'uso che Hailé Selassié avrebbe fatto sette anni dopo di quel trattato, l'infallibile Duce si sarebbe guardato bene da quel passo falso. Meno ancora avrebbe favorito nel 1923 l'ammissione dell'Etiopia nella Società delle Nazioni, se avesse sospettato quante spine seminava cosi: sulla propria strada. Il caso era chiaro come la luce del sole. Non c'era dubbio che l'incidente di Ual-Ual poteva condurre alla guerra, e che il trattato del 1928 imponeva alle parti di appianare qualsiasi divergenza mediante conciliazione o arbi– trato. L'Imperatore d'Etiopia aveva invocato non solo il Trattato del 1928, ma anche il Patto della Società. 334 Bibloteca Gino Bianco

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