Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Esce dalla scena Barthou entra Lavai idiota "Chant latin pour l'an XIII," di Pierre de Nolhac, membro dell'Ac– cademia di Francia e, come se non bastasse, c'era un'altra poesia non meno idiota, intitolata "Offrance au Duce," scritta da un altro poeta francese che aveva almeno la scusa di essere giovane. Quest'entusiasmo poetico francese coincise con una esplosione giornalisti– ca anti-germanica in Italia. La dottrina della razza germanica superiore fu co-• modo bersaglio. Quando Rosenberg, il "pensatore" ufficiale del Terzo Reich, inaugurò l'anno accademico all'Università di Monaco con la proclamazione che l'Europa aveva ricevuto per cinque volte di seguito la sua cultura dal- 1'" epicentro nordico," questa teoria fu salutata in Italia da universale ila– rità. L'ambasciatore germanico a Roma cercò di attenuare la balordaggine di Rosenberg spiegando che, mentre lo spirito latino ama la logica, l'armo– nia e una forma chiaramente definita, l'anima germanica è intrinsecamen– te mistica, misteriosa, impulsiva e avversa alla chiarezza; perciò lo spirito latino non dovrebbe lasciarsi turbare da certe teorie, specialmente in periodi di tensione spirituale. Il Giornale d'Italia (l 4-XI-34), in una solenne replica, affermò che non •intendeva abbandonare la terra ferma della storia per le sabbie mobili della pseudo-storia; gli eredi di Roma e del Rinascimento non intendevano lasciarsi portar via il loro patrimonio. Il Governo di Belgrado, in un memorandum del 22 novembre, ponen– do innanzi alla Società delle Nazioni la questione dell'assassinio diresse i suoi strali soltanto contro l'Ungheria. Il Manchester Guardian rese noto che l'abbozzo primitivo del testo jugoslavo conteneva passi in cui era menziona– ta la responsabilità italiana; ma questi passi erano stati cancellati per insi– stenza dei francesi. In conseguenza, a Pavelic venne meno la salute. Il pover'uomo dovette essere trasferito dalla prigione in una clinica. Dopo di che il tribunale di Torino rifiutò la estradizione sua e del suo compagno per il motivo che il delitto, di cui erano accusati, era di natura "politica" (27 novembre). Se Pa– velic e i suoi seguaci fossero stati consegnati alle autorità francesi, certa– mente avrebbero "cantato" e il nome di Mussolini sarebbe comparso nelle loro testimonianze. Il Governo francese, lungi dall'insistere nella richiesta di estradizione la ritirò. Nessuno a Belgrado protestò. In Italia gli ustasci di Pavelic furono disarmati e internati nell'isola di Lipari. 13 E per il momento non se ne parlò piu. Quando nel dicembre le accuse del Governo jugoslavo contro l'Unghe– ria furono portate al Consiglio della Società delle Nazioni, Sir J ohn Simon lasciò il compito di rappresentare il Governo inglese, al Lord del sigillo pri– vato, Eden. Eden, propose che il Consiglio della Società, "convinto della buona volontà del Governo ungherese di adempiere il suo dovere," chiedes– se a quest'ultimo "di intraprendere immediatamente un'adeguata azione punitiva qualora si potesse stabilire la colpevolezza di alcu'ni fra i suoi fun- u Il Processo Roatta, pp. 45, 49, 55. 325 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=