Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

.. Preludio alla seconda guerra mondiale Pavelic e Mussolini si aspettavano che la morte di Re Alessandro affret– tasse una crisi in Jugoslavia. Appena ricevuta la notizia di Marsiglia, i com– mentatori della radio italiana dettero la notizia della imminente disintegra– zione della Jugoslavia. Una protesta dell'incaricato d'affari jugoslavo a Ro– ma contro questi commenti della radio fu altezzosamente respinta dal sotto– segretario agli Affari Esteri, Suvich. 11 Nel 1914 l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando scatenò la pri– ma guerra mondiale. Nel 1934 una tragedia analoga pareva imminente. Di– mostrazioni anti-italiane si ebbero a Zagabria e in altre città jugoslave. Tut– tavia la guerra non scoppiò. La guerra scoppia solo quando qualcuno essen– do sicuro di vincerla, rifiuta ogni compromesso. In quel momento nessuna grande potenza voleva essere coinvolta in un conflitto italo-jugoslavo, e le parti immediatamente interessate, incerte sull'atteggiamento delle grandi po– tenze, si astennero dallo spingere le cose agli estremi. D'altra parte, la Jugoslavia non si disgregò e Mussolini non ebbe l'oc– casione d'intervenire. Invece mandò un n1essaggio di condoglianze ai reg– genti che, data la minore età del Principe Ereditario, avevano preso il posto di Re Alessandro. E, siccome non faceva mai le cose a metà, ordinò una scorta di navi da guerra italiane al bastimento che doveva portare in patria il corpo del defunto Re. Il sottosegretario Suvich richiamò l'incaricato d'affari jugoslavo e lo assicurò con le debite forme che da allora in poi nessun radio– commentatore avrebbe piu predetto la dissoluzione dell~ Jugoslavia. Due pro– fughi croati, uno dei quali Pavelic in carne ed ossa, furono in fretta arre– stati a Torino il 17 ottobre. Come si poteva sospettare che Mussolini avesse una responsabilità in questa faccenda? Che base c'era per fare accuse tanto temerarie? Pierre Laval, successore di Barthou, sistemò immediatamente la faccen– da di Marsiglia. Francia e Italia evidentemente addivennero ad una segreta intesa, nel senso che la Francia esercitasse la sua influenza per impedire alla Jugoslavia di implicare l'Italia e indurla a concentrare le accuse contro la sola Ungheria. In cambio l'Italia non avreb– be fatto niente per appoggiare l'Ungheria. Alla Jugoslavia si sarebbe detto che essa non poteva contare sull'appoggio militare francese.1 2 La stampa mussoliniana si abbandonò da allora in poi ad una crescente ondata di fratellanza franco-italiana. Coppola, nella Gazzetta del Popolo (28- XI-34) dette la lieta notizia che "la situazione fra i due paesi pareva aver su– bfro un radicale cambiamento in meglio." Quale prova di ciò addusse un Marsiglia); e che il giornale di Pavelic predicava apertamente l'assassinio, spesso con la sua firma. L'attentato a Re Alessandro a Zagabria nel dicembre del 1933 (v. sopra p. 307) fu quasi la pro– va generale di Marsiglia." 11 Non è lecito arrivare alla conclusione che l'assassinio di Re Alessandro sia stato perso– nalmente predisposto da Mussolini in quel dato luogo, in quel dato modo e in quel dato mo– mento. Tutto ciò che egli aveva da fare era di dare ai suoi funzionari l'ordine generico di asse• conciare certe attività. Il resto era rimesso ai suoi agenti subalJerni. 12 A. G. C. ]OHNSON, Anthony Eden, p. 253. 324 Bibloteca Gino Bianco

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