Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale guite da migliaia di operai per servizi di cui prima non s1 era avvertita alcuna ne– cessità.7 Arnaldo Cortesi informò il pubblico americano che "si sapeva nei cir– coli autorevoli che truppe e munizioni venivano mandate nelle colonie afri– cane d'Italia." "Si trattava di misure puramente difensive." "Si ammetteva tuttavia che le tendenze militariste in Abissi~a suscitavano una certa appren– sione nei funzionari italiani." In caso di guerra in Europa il Governo ita– liano non voleva lasciare le colonie italiane dell'Africa orientale esposte a un attacco abissino (NYT., 7-IX-34). Secondo Cortesi, cioè secondo Mus– solini, "l'Etiopia aveva ammodernato il suo esercito con aeroplani, mortai, artiglieria da campo ed altre attrezzature moderne"; "tutto questo senza contare che la cavalleria abissina è già nota come uno dei migliori com– plessi del genere nel mondo combattente." "Nei mesi scorsi c'era stata una certa inquietudine causata dalle voci che non fosse da escludere una guer– ra santa" (NYT., 9-IX). L'Etiopia non aveva cavalleria, non possedendo cavalli, ma piccoli mu– li; la prima guerra mondiale aveva dimostrato che la cavalleria è impotente contro le mitragliatrici; la guerra del 1935-36 avrebbe dimostrato che c'era poco attrezzamento "moderno" in Etiopia. Verso la fine di settembre l'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma in– formò Washington che erano in corso inconsueti preparativi di guerra ed era possibile che fossero rivolti contro l'Etiopia. Naturalmente gl'italiani non si sarebbero slanciati in un attacco non provocato: Può darsi che cerchino di combinare una guerra "difensiva," oppure che siano "provocati" da "saccheggi ,t di "tribu indisciplinate," in modo da essere costretti a intraprendere qualche spedizione punitiva suscettibile di svilupparsi gradatamente fino a diventare penetrazione. Oppure può darsi - ed è molto probabile - che gl'italiani cerchino di sollevare dissensi fra i sudditi di Ras Tafari, e aiutino qualcuno fra i suoi rivali col proposito primo di mettere sul trono un oppositore fortunato che riceverà la protezione dell'Italia. 8 Hailé Selassié non poteva non intravedere che qualche cosa s1 stava preparando. Perciò fece dichiarare "formalmente" dal suo incaricato d'affa– ri a Roma che egli non aveva mai avuto e non aveva alcun proposito ostile all'Italia. Anche Mussolini affermò che l'Italia intendeva continuare "le piu amichevoli relazioni" con l'Etiopia (29 settembre). Il generale De Bono dev'essersi tenuto i fianchi dal ridere leggendo questo documento. Alcuni giorni dopo (6 ottobre), parlando a Milano, Mussolini annun– ciò che i rapporti franco-italiani "erano migliorati"; se ne sarebbe avuta una prova "tra la fine di ottobre e i primi di novembre." (La prova doveva esse– re la visita di Barthou a Roma per suggellare la nuova intesa franco-italia- 7 Lord Renne! Rodd alla Camera dei Lords, 23 ottobre 1935. • Stati Uniti d'America. Dipartimento di Stato: Peace and War, pp. 29, 234-236. 322 B1bloteca Gino Bianco

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