Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bibl Preludio alla suonda guerra mondiale informazioni mandate da Roma alla freneticamente pro-mussoliniana M or– ning Post di Londra nei primi giorni di luglio. Il lettore era invitato a sa– pere che le relazioni fra l'Italia e l'Etiopia si andavano facendo sempre piu tese. Il Governo di Addis Abeba rifiutava di fare agl'italiani le stesse con– cessioni economiche e commerciali che faceva ai giapponesi. Gl'italiani era– no preparati a tutte le eventualità. In questo momento un fulmine a ciel sereno! Dollfuss fu assassinato dai nazisti a Vienna (25 luglio). Non sarà forse mai possibile stabilire con sicurezza se Hitler sapesse o no in precedenza ciò che i suoi seguaci stavano preparando a Vienna. Dopo tutto non spettava a lui elaborare i dettagli. Ma par difficile che il colpo ab– bia potuto compiersi senza che vi fosse per lo meno il suo consenso di principio. Questa essendo la sola ipotesi ragionevole, sorge il problema di spiegare in modo soddisfacente perché Hitler, alcune settimane dopo la vi– sita a Venezia, autorizzasse i suoi seguaci ad un atto che non poteva non pro_vocarela collera di Mussolini. Quali accordi Mussolini e Hitler presero a Venezia? Alla fine dell'incontro l' Associated Press annunciò che Hitler e Mussolini avevano convenuto che "l'Austria doveva rimanere una nazione indipendente, ma l'Italia non si sarebbe opposta se un nazista fosse stato Cancelliere d'Austria"; le elezioni si sarebbero fatte in Austria nell'ottobre successivo; "era possibile allora che un nazista diventasse Cancelliere d'Au– stria senza provocare l'Anschluss o una contromanovra da parte dell'Italia." Quest'annuncio, fatto da Ciano, "creò un'enorme agitazione" (NYT., 16- VI-34). Il capo dell'Ufficio Stampa tedesco disse ai giornalisti che non era vero. Gli amici di Dollfuss a Vienna protestarono che era assurdo: se un nazista fosse diventato Cancelliere d'Austria, si sarebbe avuto immediata– mente l'Anschluss. E allora che cosa decisero Hitler e Mussolini? C'è una spiegazione dell'enigma, che può parere ridicola ma è forse tan– to plausibile quanto è semplice. Mussolini voleva che il mondo lo credesse dotato di eccezionale talento per le lingue. Non solo conosceva il francese co– me tutti gl'italiani di una certa cultura, ma si vantava di sapere l'inglese e il tedesco. 9 Ma l'esperienza insegna che è necessaria una lunga pratica per leggere senza difficoltà un testo in un'altra lingua; ed anche piu difficile è parlare correttamente una lingua estera; ed ancora piu difficile seguire un discorso in un'altra lingua senza perdere il filo. In quest'ultimo caso la difficoltà cre– sce quando l'interlocutore parla rapidamente e a lungo, senza prender mai fiato, come Hitler soleva. Bisogna aggiungere che Hitler poteva legittima- . mente supporre che non gli occorresse entrare in troppi particolari sul suo progetto di "fare fuori" Dollfuss. Fra diplomatici che si rispettano, qualche rapido cenno basta in certi casi. 9 Vedi Appendice F. 316 . Gino Bianco

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