Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Esce dal/11, scena Doll/uss ghilterra avrebbe rinunciato alla sua "libertà d'azione" nell'Europa orienta– le e si sarebbe accodata alla politica francese? Il corrispondente del New York Times (8-VIl-34) fece conoscere ai lettori americani il rincrescimento dell'Italia per questa visita e citò il seguente estratto dal Tevere: Il sig. Barthou cerca di concludere la sua vasta manovra provocatoria con l'ino• culare negl'inglesi il piu recente prodotto batteriologico dei laboratori francesi, la paura. In Inghilterra sarà piu difficile infettare un popolo fondamentalmente sano... Gl'inglesi non hanno neppure la piu vaga intenzione di arruolarsi sotto la bandiera francese. Soprattutto, non hanno paura. Invece di andare in cerca di garanzie in Cecoslovacchia, nell'Europa danubiana o in un'intesa franco-russa, i francesi avrebbero fatto meglio a mettersi sotto l'ombrello del "Patto a Quattro" divisato dal Duce. L'Italia poteva a sua scelta servirsi di questo Patto per ridurre gli armamenti tede– schi al livello desiderato dalla Francia, oppure tenere giu la Francia, permet– tendo alla Germania di riarmare. Questa scelta dipendeva dal prezzo che la Francia era pronta a pagare. Se la Francia non si rendeva pienamente conto di questa situazione i viaggi di Barthou in Romania, Jugoslavia, Cecoslovac– chia e Inghilterra non avrebbero fatto altro che turbare la pac~ in Europa. A conclusione delle conversazioni di Londra il Foreign Office annunciò che il Governo britannico, pur non intendendo assumere alcun nuovo im– pegno, approvava il patto orientale caldeggiato da Barthou, e lo avrebbe appoggiato a Berlino e a Varsavia. Quanto alla Russia essa sarebbe stata benvenuta nella Società delle Nazioni. Era evidentemente un'adesione alla tesi di Barthou. Poteva il Duce non essere d'accordo? Prima che Sir John annunciasse ufficialmente quest'accordo anglo-francese, Mussolini telegrafò la sua appro– vazione in modo che Sir John potesse riferirla al Parlamento (13 luglio). Inoltre un comunicato ufficiale da Roma spiegò che il Patto orientale "conce– pito forse quale strumento anti-tedesco" era stato "completamente trasfor– mato a Londra e portato piu vicino alle linee tradizionali della politica ita– liana." Dando la sua approvazione, il Duce seguiva "una linea di condotta che coincideva con quella della Gran Bretagna." Il 21 luglio fu annunciato un nuovo accordo fra Inghilterra ed Egitto da una parte, e Italia dall'altra, per liquidare gli ultimi crediti reclamati dal Governo italiano in base al famoso art. 13 del Trattato di Londra. In virtu di quest'accordo un altro territorio irrimediabilmente sterile nell'Africa Centrale fra il Sudan e la Libia fu aggiunto all'abbondante collezione di de– serti che appartenevano all'Italia. Corrado Zoli, uno dei piu rumorosi colonia– listi fascisti, lodò l'Inghilterra e l'Egitto per il loro "spirito di lealtà e ami– cizia"; ed osservò che "i conti con gli altri firmatari del Trattato di Londra . erano ancora aperti" (T., 22-VII-34). Se Barthou aveva ancora bisogno che gli fosse indicato il cammino in fondo del quale era in vista la pace, non aveva che da prender atto di alcune 315 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=