Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Esce dalla scena Dollfuss tutti,, (buono e cattivo tanto per Hitler quanto per Barthou). "Lo difende– remo con la persuasione, se fosse possibile, altrimenti con il crepitfo delle no– stre mitragliatrici" (per uso interno, secondo quegli stranieri che preferiva– no la persuasione alle mitragliatrici; un monito agli stranieri, secondo quegli italiani che preferivano le mitragliatrici alla persuasione). Mentre il comunicato ufficiale sottolineò la "cordiale cooperazione" e Mussolini parlò di "stretta comunione di spiriti," i corrispondenti esteri vennero incoraggiati dal genero di Mussolini, il Conte Ciano, allora capo dell'Ufficio Stampa, ad osservare che mentre Mussolini aveva salutato Hitler "con effusione" "la popolazione aveva dimostrato freddezza" verso il Fiih– rer. "Gli applausi erano rivolti interamente al Primo Ministro Mussolini." Hitler era sceso dal suo aeroplano indossando un impermeabile kaki con cintura sopra abiti civili, mentre Mussolini trionfava nella magnifica uniforme di Comandante in Capo e Caporale d'onore della Milizia fascista. Aveva accolto Hitler con l'affettuosa compiacenza di un maestro verso lo scolaro "mettendo il suo braccio destro intorno alle spalle di Hitler, e dan– dogli colpetti sulla schiena con gesto cameratesco." Quando Mussolini ar– ringò la folla il secondo giorno della visita, Hitler era alla sua destra, ma nessuno lo notò. Fu solo quando il Primo Ministro si rivolse a lui "addi– tandolo drammaticamente" che la folla si degnò di vederlo e applaudirlo. Mussolini era il protagonista, mentre Hitler recitava una parte decisamente mi– nore. Il Cancelliere appariva insignificante e un po' fuori posto nei suoi abiti civili contro uno sfondo di brillanti uniformi militari e al fianco di un dittatore piu dram– matico, piu vitale" (ARNALDOCORTESI, NYT. 16-VI-1934). Dopo l'incontro Mussolini disse al Conte Ciano: "Hitler è un uomo col quale potrò collaborare, se necessario, ma col quale non potrò mai avere concordia di idee. " 5 Disse a Badoglio che Hitler era "un fonografo a sette voci. Una volta esaurito il suo repertorio faceva girare di nuovo il primo disco e ricominciava da capo senza variazione"; diceva un fiume di parole e concedeva al suo ascoltatore solo pochi minuti per rispondere. 6 Al Segre– tario generale del Partito fascista disse: "Hitler è uno sciocco. Gli darò una lezione. 117 Il Duce si fece un dovere di ripetere queste storielle a tutti, e Ba– doglio dice che Roma ne era piena. È facile indovinare che le storielle erano destinate ad essere riferite a Parigi per convincere Barthou che il Duce non aveva ancora mandato le chiavi del cuore a Berlino. Mussolini considerava ancora Hitler un allievo non molto intelligente, di cui certo avrebbe potuto servirsi con vantaggio al momento opportuno. "Nel suo animo vanitoso già aveva preso radice il concetto che in un'eventuale collaborazione fra i due 5 J. T. WHITAKER, We can not escape History, p. 55. Questo corrispondente era in rap• porti amichevoli con Ciano. 6 BADOGLIO, L'Italia nella seconda guerra mondiale, p. 23. 7 T. B. MORGAN, Spurs on the Boot; ltaly under ber Master, pp. 290-292. Questo giorna– lista apparteneva alla cerchia intima di Mussolini e fu fotografato con le persone che circonda• vano i dittatori dopo che Hitler era sceso dall'aeroplano. 313 Bibloteca Gino Bianco

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