Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo trentaduesimo Esce dalla scena Dollfuss Tutti conoscono la storiella della ragazza, che, minacciata dalla nonna di essere gettata nel fuoco, le presentò il gatto, dicendole: "Nonnina arro– stisci questo!" Quando il gatto etiopico fu presentato dai politicanti francesi a Mus– solini? Il trattato del 1928 fra Italia ed Etiopia (vedi p. 170) avrebbe potuto servire come base per una saggia politica di cooperazione a lunga portata. Un incidente che fece scarso credito ai paesi di "civiltà superiore" distrusse ogni fiducia nell'uomo, che era diventato Imperatore di Etiopia (novem– bre 1930) e aveva preso il nome di Hailé Selassié, che si dice voglia dire "Potere della Trinità." Una cassa contenente bottiglie di acque minerali ita– liane per uno fra i feudatari ribelli ad Hailé Selassié fu aperta dai funzio– nari etiopici, e conteneva fucili! Da allora in poi Hailé Selassié non volle piu sentirne di italiani. Nella seconda metà del 1931, il principe ereditario di Etiopia, visitò l'Europa. Il giovane "barbaro" dopo essersi indugiato per pa– recchie settimane in Londra e Parigi, attraversò Roma con tanta fretta da presentare appena la faccia al Duce. Evidentemente Roma non lo interessava. Il generale De Bono, che era destinato a comandare la campagna etio– pica nel 1935, rivelò nel 1937 che già nell'autunno del 1933 "il Duce aveva chiaramente concepita l'idea che la questione italo-etiopica dovesse essere si– stemata non piu tardi del 1936." Naturalmente, non era ancora possibile nel 1933 - l'anno in cui cominciammo ad esaminare quel che occorreva fare nell'evento di una guerra - dire se ci sarebbe stata guerra o no... Il Duce non parlò con nessuno di prossime operazioni nell'Afri– ca orientale. Solamente lui ed io sapevamo quel che stava per avvenire. 2 Per il momento, lo scopo di eventuali operazioni militari era solamente quello di "annettere alcune province" dell'Etiopia alle colonie italiane. 3 t Si disse che funzionari coloniali italiani in Eritrea combinarono quell'imbroglio per sa– botare il trattato del 1928. Nei paesi di "civiltà inferiore" la politica coloniale ba dato sempre luogo a manovre di questo genere. 12 DE BoNo, La conquista dell'impero, pp. 8-9. 3 AIMELLINI, Co# Badoglio in Etiopia, p. .54. 310 Bibloteca Gino Bianco

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