Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale e dell'Estremo Oriente." Lui non voleva monopoli o privilegi. Ma "le na– zioni arn1ate, satolle e conservatrici" non dovevano "bloccare da ogni parte l'espansione spirituale, politica ed economica dell'Italia fascista." Dunque, l'espansione non doveva essere solo economica e spirituale ma anche poli– tica, cioè, se le parole hanno un senso, anche territoriale. Inoltre il Duce an– nunciò al mondo che l'Italia "aveva poco o nulla da fare" nell'Europa set– tentrionale ed occidentale o al di là dell'Oceano (PI., 20-III-1934). Germa– nia, Francia, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti d'America potevano restare tranquilli fino a nuovo avviso. Le uniche parti del mondo su cui incombeva uno stato d'inquietudine erano l'Europa sud-orientale, l'Africa e l'Asia. Gli ammiratori di Mussolini a Parigi furono turbati da questo discorso. Il cor– rispondente del New York Times da quella capitale telegrafò al suo gior– nale che "raramente un Primo Ministro europeo aveva fatto un discorso tanto inquietante come quello pronunciato dal Primo Ministro Mussolini ie"ri a Roma" (19-III-34). A che serviva sostenere la santità del trattato cqe proibiva l'Anschluss mentre s'invocava la revisione di trattati quali quelli relativi all'Ungheria e al riarmo della Germania? Nessun risentimento si provava per l'allusione agli sbocchi dell'Italia in Africa e in Asia, ma note– vole preoccupazione aveva suscitato l'accenno ai territori coloniali francesi. Mussolini aveva un farmaco anche per questa malattia e il rimedio non man– cava mai di produrre l'effetto da lui desiderato. Nel marzo del 1934, il dott. Nicholas Murray Butler, presidente della Columbia University, fu in visita a Roma. "Nonostante l'accresciuto onere di lavoro gettato sulle sue spalle dalla contemporanea presenza a Roma del Cancelliere Dollfuss e del Primo Ministro Gomhos," Mu~solini ricevette il dott. Butler e "lo trattenne a cordiale colloquio per quasi un'ora" (NYT., 19-III-1934). Si noti, un'ora! Disse al dott. Butler che "non dovevano esserci altre guerre: un'altra guerra non solo avrebbe rovinato l'Italia, ma avrebbe distrutto la civiltà. 115 Poteva il dott. Butler, il pacifista, il vincitore di mezzo premio Nobel, non essere entusiasta? Dopo altre due udienze con Mussolini - badate, al– tre due udienze! - tornò a New York e all'atto di sbarcare annunciò al nuovo mondo che "Roma era il centro di un'attività intellettuale (!) e poli– tica quasi senza rivali" ( NYT ., 29-III-34). E nell'aprile del 1934, ad un pranzo in onore della dama d'onore di Mussolini, signora Margherita Sar– fatti, affermò che la signora Sarfatti era un "secondo Colombo" perché an– che lei era partita da Genova per scoprire dove fosse veramente l'America (NYT., 13-IV-34). Butler "aveva l'idea che Roma potesse diventare il nuo– vo Campidoglio del mondo occidentale e unificarlo in Stati amanti della pace." "L'Italia ha ora una guida intelligente e appassionata, e per conse– guenza nei prossimi anni possono accadere cose interessanti" (ltaly Ame– rica Monthly, 15-V-34, p. 22). 6 5 BUTI.D, Across tbe Busy Yea,s, Il, pp. 16,-171. 6 Nel dicembre del 1943 il dott. Butlcr "espresse l'opinione che il popolo italiano non 308 Biblo eca Gino Bianco

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