Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Una associazione di malfattori del Governo tedesco, e apparve una minaccia tanto per l'Europa orientale quanto per quella occidentale, i russi decisero di difendersi dal pericolo non solo stringendo amichevoli legami con la Francia, ma aderendo anche alla generale coalizione europea contro Hitler sotto le insegne della Società delle Nazioni e della sicurezza collettiva. Perché non mettere vino nuovo nelle bottiglie vecchie? Cos1 avvenne che nel settembre del 1934 l'Unione Sovietica fu solennemente ricevuta nella Società delle Nazioni, acquistando, come Grande Potenza, un seggio permanente nel Consiglio della Società.1 Quando la Germania e la Russia erano fuori della Società delle Nazioni e il Giappone era dentro, le quattro Grandi Potenze che avevano un seggio permanente nel Consiglio - cioè Inghilterra, Francia, Italia e Giappone - erano chiamate a Ginevra " i quattro imbroglioni." Quando la Germania entrò nella Società, "gli imbroglioni" diventarono cinque. Il Giappone si ri– tirò, e i sopravvissuti ritornarono ad essere "i quattro imbroglioni." Con la ammissione della Russia, gli "imbroglioni" ritornarono ad essere cinque. Rimanevano da risolvere gli altri problemi. Nell'articolo dianzi citato del 18 marzo 1934 (ricordato a p. 301) Sir Philip Gibbs ebbe a scrivere: Il successo trionfante di Hitler e il fanatismo razziale dei nazisti tedeschi pro– dussero in Mussolini un acuto improvviso fastidio. Mi dicono che fu realmente e pro– fondamente urtato dalla intolleranza tedesca verso gli ebrei. Piu che altro, si trovava di fronte alla possibilità, non remota, della unione fra Austria e Germania. Non po– teva sopportare il pensiero d'un solido blocco tedesco che arrivasse alla frontiera ita– liana e minacciasse di riprendere quella parte del Tirolo austriaco che è ora italiana. Nello stesso numero del New York Times, "Augur" affermò che Mus– solini aveva fatto al Governo francese "l'offerta di farla finita con i dissidi in corso, purché fosse sistemato il conflitto franco-italiano sulle colonie afri– cane"; stabilita una intesa coloniale, "Roma si sarebbe affiancata alla Fran– cia nella questione degli armamenti tedeschi." "Augur" dimenticava un al– tro problema: il contrasto italo-jugoslavo e le sue reazioni sulla Piccola Intesa. Poteva Barthou arrivare ad un accordo con Mussolini sui problemi dell'Austria e delle colonie senza risolvere anche il problema delle relazioni fra Italia, Jugoslavia e Piccola Intesa? Contro la Piccola Intesa Mussolini aveva per le mani uno strumento spicciativo: l'assassinio dei suoi dirigenti. Il 17 dicembre 1933 furono arrestati a Zagabria (in Croazia) tre gio– vani, che si erano recati colà per assassinare Alessandro di Jugoslavia. Con– fessarono di essere stati addestrati in Italia, a Borgotaro e Vischetto, dove c'erano campi di cinquanta o sessanta croati ed altri emigrati appartenenti all'organizzazione terroristica del dott. Ante Pavelic. lvi erano vissuti in caserme, avevano indossato uniformi e si erano esercitati al tiro, a sparare sui fili telefonici e a lanciare bombe. Uno degli imputati, di nome Oreb, 1 TOYNBEE, Survey: 19)4, pp. 3.54-80. 305 ll Bibloteca Gino Bianco

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