Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Entrano in scena Barthou e Dollfuu capo di una coalizione tra clericali e austro-fascisti. E clericali e austro-fa– scisti non erano meno fascisti dei nazisti tedeschi, ma erano fedeli alla chiesa cattolica, si opponevano all'Anschluss con la Germania e avrebbero deside– rato restaurare la monarchia degli Asburgo. Ma nell'Assemblea nazionale Dollfuss non aveva una maggioranza sicura, e si trovava di fronte ai so– cialisti e ai nazisti tedeschi. Se l'umanità fosse formata da animali ragione– voli, Dollfuss si sarebbe associato ai socialisti contro i nazisti. Dopo la hitlerizzazione della Germania i socialisti austriaci erano diventati risoluta– mente ostili all'Anschluss, ed erano disposti a venire a patti con chiunque pur di tenere i nazisti fuori dell'Austria. Ma i clerico-fascisti odiavano i so– cialisti piu di quanto odiassero i nazisti. Erano certi che Mussolini e la Francia avrebbero impedito a Hitler di invadere l'Austria. Perciò non sen– tivano nessun bisogno di rafforzarsi contro il pericolo nazista mediante una intesa coi socialisti. Se il Governo francese glielo avesse consentito, Dollfuss avrebbe segui– to i consigli di Mussolini, e avrebbe schiacciato i socialisti con la forza. Ma fino a quando predominavano in Fran~ia i partiti di sinistra, Dollfuss doveva segnare il passo. La sola cosa che potesse fare era sbarazzarsi del- 1' Assemblea nazionale. Con questo riusciva gradito ai francesi, anche alla sinistra, poiché metteva i nazisti fuori combattimento. E nello stesso tem– po contentava Mussolini perché metteva fuori combattimento i socialisti. A questa misura ricorse nel marzo 1933, durante i giorni decisivi in cui i nazisti in Germania inscenavano l'incendio del Reichstag ed eseguivano il " 'hl . " progrom antl- o scev1co. Da allora in poi Dollfuss governò per via di decreti, e annunziò che avrebbe disarmato tutti: socialisti, austro-fascisti e nazisti. Ma i soli socia– listi furono disarmati. Gli austro-fascisti conservarono, anzi aumentarono, le loro armi. E i nazisti continuarono a ricevere armi e denaro dal Governo tedesco, erano favoriti da loro agenti nell'interno della polizia austriaca, e conducevano una campagna metodica di terrorismo. Tutto ci induce a ritenere esatta l'affermazione di un cattolico, ardente ammiratore di Dollfuss, secondo il quale nella conferenza di Riccione, del 20-21 agosto 1933, fra Mussolini e Dollfuss, "il Duce promise appoggio atti– vo italiano all'Austria contro i nazisti tedeschi, a condizione che i socialisti di Vienna fossero trattati senza mezze misure. " 4 Quando in Francia si formò un Ministero di tendenze conservatrici e nazionaliste, Dollfuss dette l'aire ai suoi odii antisocialisti. Colpf fra il 12 4 MELVILLE, Dr. Dollfuss and Mgr. Seipel, p. 118; GuucK, Austria /rom Habsburgs to Hitler, II, pp. 1105-7. • Il presente manoscritto stava per andare alle stampe, allorché il Prof. P. R. Sweet pub– blicò un carteggio fra Mussolini e Dollfuss, trovato nell'Archivio di Stato a Vienna (BRAUNTHAL, The tragedy of Austria, pp. 160 sgg.). Questi documenti dimostrano che, dal luglio 1933 in poi, Mussolini ripetutamente insisté con Dollfuss perché "assumesse contro i socialisti quell'atteg– giamento risoluto che era parte del suo programma." Ancora il 30 gennaio 1934, Dollfuss dava risposte evasive. La crisi Stavinsky in Francia avvenne fra il 30 gennaio e il 12 febbraio, giorno in cui Dollfuss iniziò l'offensiva antisocialista. 299 BiblotecaGino Bianco

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