Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Entra in scena Hitler Poche persone in Inghilterra compresero nel 1933, nel 1935, ed anche nel 1939, che non si poteva domandare ai francesi di essere saggi fino a quando la loro paura della Germania non fosse stata curata, che quella pau– ra era stata aumentata da Hitler, e che i Tories inglesi aggravavano quella paura domandando ai francesi di indebolirsi sulla terra, mentre essi - gl'in– glesi - difendevano gelosamente la loro superiorità di 5 a 3 sul mare. Co– me se i Tories ingl~si non dessero a Hitler abbastanza motivi per spaventare i francesi, i pacifisti in Inghilterra e in tutto il mondo inveivano contro la cattiva Francia perché rifiutava di diminuire i propri armamenti mentre la innocente Germania era costretta a rimanere disarmata. Invece di procurare una piu cordiale cooperazione colla Francia, MacDo– nald, Baldwin e Sir J ohn Simon tenevano a balia quel "Patto a quattro," che Mussolini aveva partorito nel discorso del 23 ottobre 1932 (vedi p. 235) e che conveniva anche a Hitler. Infatti nel novembre 1932, Alfred Rosenberg aveva definito i princip1 nazisti di un patto a quattro in un congresso in– ternazionale tenuto in Roma. Da Roma e da Berlino l'idea aveva viaggiato a Londra. Il 15 gennaio 1933 un giornalista conosciuto sotto lo pseudonimo di "Augur" (un russo bianco a nome Vladimir Poliakov) che allora era in ottimi termini col Ministero degli esteri inglese, parlò sul New York Times di "una teoria quadrilaterale," alla quale Sir J ohn Simon era molto "inte– ressato" e della quale "molto si sarebbe parlato nel prossimo futuro." Le maggiori Potenze europee - Inghilterra, Francia, Germania e Italia - do– vevano formare un raggruppamento che avrebbe portato la conferenza del disarmo ad "una soddisfacente conclusione," e quindi "condotto a un'inte– sa fra Inghilterra e Francia da un lato, e Germania e Italia dall'altro." Gli inglesi e i francesi "possedevano tutto ciò di cui avevano bisogno," 1nentre tedeschi e italiani erano popoli nullatenenti "che aspiravano a una posizione migliore." I francesi volevano "sicurezza," e gli italiani "giustizia." Era necessario annullare "le distanze che separavano i possidenti dai nullate– nenti." Era facile indovinare che "la soddisfacente conclusione," "le conces– sioni," e "l'accordo'' non dovevano avvenire a spese del Governo britanni– co, né di Mussolini, né del Governo tedesco, ma dei francesi. Dopo che Hitler diventò Cancelliere del Reich, un nuovo elemento au– mentò l"' interesse" di Sir J ohn Simon alla "teoria quadrilaterale." Hitler sembrava dominato da un odio selvaggio contro la Russia sovietica. Questa creava difficoltà per l'Inghilterra in Persia, Afghanistan, India, Cina, ovun– que. Il leone inglese era impotente contro l'orso russo. Hitler poteva essere lo strumento di cui conservatori inglesi avevano bisogno per colpire la Rus– sia in Europa e cos1 indebolirla in Asia. E se la Russia e la Germania si fossero distrutte a vicenda nel corso degli eventi, tanto meglio per chi sa– rebbe rimasto a guardare. Occorreva, perciò, tenersi in buone relazioni con la Francia, senza però alienarsi Hitler. Il piu autorevole storico inglese delle relazioni internazionali contemporanee ha osservato che le procrastinazioni inglesi innanzi ai problemi posti dalla vittoria di Hitler in Germania non 291 Bibloteca Gino Bianco

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