Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Entra in scena Hitler ritirò dalla Società delle Nazioni. "Questa può essere la falla che causerà l'eventuale affondamento del vascello ginevrino," commentò beatamente il Tevere (20-Il-33). Quando il Reichstag tedesco andò in fiamme, e Hitler scatenò una bru– tale orgia di violenze, i giornali di Mussolini acclamarono unanimi il risul– tato delle elezioni tedesche, e videro in esse la riprova del fatto che i regi– mi democratici erano "condannati senza speranza" ( CS., 9-III-33), e che la Francia avrebbe dovuto rivedere "la sua politica estera e interna" (T. stessa data). Il portavoce di Mussolini, Il Popolo d'Italia, bollò come criminali gli uomini e le donne che erano costretti a fuggire dalla Germania, e accusò la Francia, che dava loro asilo, di mettere in pericolo la pace dell'Europa (S-III-33). Il Gran Consiglio del fascismo invitò formalmente il mond_o a riconoscere '.'nel moto fascista, che si sviluppava oltre le frontiere d'Italia, l'affermarsi di. uno spirito nuovo, che traeva - direttamente o indirettamen– te - alimento e guida da quel complesso solido di dottrine e istituzioni per cui l'Italia, aveva creato lo Stato moderno." Ed esortò tutte le camicie nere d'Italia a "lavorare instancabilmente per la potenza della patria e l'espan– sione dello spirito fascista nel_mondo" (PI., 10-IIl-33). L'entusiasmo di Mussolini per Hitler non era senza incognite. Avrebbe Hitler cercato di annettere l'Austria alla Germania? Se ciò fosse accaduto che cosa sarebbe avvenuto dell'Italia con 80 milioni di tedeschi al Brennero? Avrebbe potuto Mussolini persistere nella politica di snazionalizzazione nel- 1' Alto Adige ora che il nazionalismo tedesco minacciava di assumere una tremenda forza di espansione? Mussolini non parve turbato da simili problemi. Egli era convinto che Hitler era destinato a servigli da violino di spalla. Se Hitler avesse tentato di annettersi l'Austria, il Duce avrebbe fatto blocco contro di lui con la Fran– cia e con la Piccola Intesa. Quanto ai tedeschi dell'Alto Adige, Hitler ave– va tante volte ripetuto che la Germania doveva sacrificare quel piccolo ter– ritorio periferico all'amicizia dell'Italia e Mussolini ci credeva. Comunque, il problema dell'Alto Adige era legato a quello dell'Austria, e poiché Hitler non poteva risolvere il problema austriaco contro la volontà e dell'Italia e della Francia, non c'era motivo di preoccuparsi. Per il momento, le azioni del Duce salivano sul mercato mondiale per effetto della vittoria hitleriana, e questo era l'importante. Se i capi del partito conservatore inglese fossero stati capaci di inter– pretare i sintomi della tempesta che si addensava all'orizzonte, avrebbero capito che solo una alleanza franco-russa, secondata dalla Piccola Intesa e sostenuta dall'Inghilterra, avrebbe tenuto testa a Hitler e .Mussolini. Anzi avrebbe forse indotto il secondo ad entrare nel campo dei piu forti, isolan– do Hitler in Europa. Se Hitler non avesse avuto nessuna possibilità di suc– cesso in politica estera, per distruggere il suo prestigio in Germania non sa– rebbe stata necessaria una catastrofe mondiale. Anche ammesso che i te~e- 289 lO Bib teca Gino Bianco

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