Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il genio della "propaganda" conservatori britannici, sono illustrate in m9lte pagine di questo libro. Sif– fatta intesa con Mussolini urtava il senso morale degl'inglesi, fondamental– mente onesti ed umani. Per vincere quella riluttanza, era necessario dimo– strare che Mussolini non era cos1 cattivo come lo dipingevano i "rossi" e i "rifugiati faziosi"; ma era sostenuto, anzi adorato, dal popolo italiano, gra– zie ai miracoli che compiva in Italia; ogni popolo ha il diritto di scegliersi il proprio modo di vivere; il fascismo non sarebbe andato bene per l'Inghil– terra, ma andava bene per l'Italia. Ecco perché ·a Livorno, nel 1926, Lady Chamberlain si fece fotografare insieme al Duce portando sul petto il distintivo fascista. Ecco perché Win– ston Churchill proclamò il 20 gennaio 1927, che egli "non poteva sottrarsi al fascino delle maniere gentili e semplici di' Mussolini." "Se fossi stato italiano sono sicuro che sarei stato di tutto cuore con voi... Il vostro movi– mento ha reso un servizio al mop.do intiero ... Ha fornito il necessario anti– doto al veleno russo." Non era stata la camicia nera il castigamatti felice del "Dragone Rosso"? Non era il fascismo in Italia il protettore della religione, della famiglia e della proprietà privata, contro tutti i· contagi rivoluzionari dell'Est e dell'Ovest? Ancora nell'ottobre del 1938, al tempo dello squarta– mento della Cecoslovacchia a Monaco, Churchill pubblicò un articolo di am– mirazione per Hitler e di entusiasmo per Mussolini nel settimanale america– no Collt"er's. La intesa Chamberlain-Mussolini rendeva doverosi servizi di questo genere. Ecco perché un esercito di scrittori maschi e femmine di ogni calibro inondò l'Inghilterra di libri, articoli, conferenze, interviste e lettere ai giornali che decantavano Mussolini. Nell'edizione del 1929 dell'Enciclo– pedia Britannica le voci sull'Italia fascista furono affidate a due agenti della propaganda fascista, Luigi Villari e la signora Rossetti Agresti. Gli elogi, di cui gli stranieri colmavano Mussolini, servivano ad un du– plice scopo: fuori d'Italia gli stranieri attribuivano a Mussolini tutti i mira– coli che Mussolini attribuiva a se stesso, e in Italia questi elogi erano usati per provare che tutto il mondo fuori d'Italia riconosceva i miracoli di Mus– solini. Gli stranieri sono la posterità. Potevano gl'italiani avere un'opinione diversa dalla umanità di domani? Le esplosioni di ammirazione degli stra– nieri erano tante docce fredde sulle teste di coloro che in Italia rischiavano giovinezza, libertà e vita nella opposizione al fascismo. Era proprio quel che Mussolini si aspettava e otteneva. Nello stesso tempo, quel continuo diluvio di propaganda era un peri– colo insidioso per le istituzioni dei paesi democratici. Quando avete persuaso i vostri concittadini che una dittatura ha fatto felice un paese, che era cos1 infelice sotto la democrazia, che cosa impedirà loro di pensare che la stessa medicina merita di esser provata anche nel vostro paese? Ogni spirito pigro poteva risolvere qualsiasi problema economico e politico dicendo: "Abbiamo bisogno di un Mussolini." Nel numero di novembre 1934 del Harper's Ma– gazine furono dati i risultati di un'inchiesta condotta fra i cittadini di una città tipicamente americana: Battleboro, Vermont. Nove su dieci credevano 281 BiblotecaGino Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=