Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale loro prosa e i loro versi sciolti. Giapponesi e cinesi hanno mandato stanze fiorite redat– te nello stile immaginoso dell'Oriente. Anche regali fioccano - strani animali dai confini della terra, pat,pagalli dall'America del Sud, leoni dall'Africa, cavalli dell'Ara– bia, libri e manoscritti da tutte la parti. Ricevo gruppi di scienziati inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi e latino-americani, capitani di industria, capi della finanza, inven– tori, autori ed attori ... Tutto quanto faccio, tutti i decreti che emano - anche quando costringo la gente ad operare contro la loro volontà - si basa su un fondamento di giustizia e s'ispira al desiderio dell'elevazione rriorale, fisica, politica e spirituale di coloro che mi considerano il l0ro campione e il loro capo... Sono io - Benito Musso– lini - che ho curato la dieta morale e fisica dell'Italia e ancor oggi sorveglio atten– tamente che nulla di dannoso al sistema del mio paese possa arrivare al suo stomaco e provocare malattie o disturbi. Come padre orgoglioso, io sto per slanciare presto il fanciullo che ho allevato con tanta cura. Il nome Mussolini sta diventando da un capo all'altro del globo simbolo di diritto, lealtà e governo saggio. 29 E il settimo giorno riposò. 30 Non tutti coloro che partecipavano al culto ducesco erano privi d'intel– ligenza o disonesti. Una comitiva di turisti sbarcava a Napoli. Non capivano una parola d'italiano. Tutto quello che apprendevano sul paese, proveniva dalla loro guida, che sarebbe andata a finire in prigione se non avesse can– tato le lodi di Mussolini e i benefici del suo regime. I turisti "facevano" quindici città italiane in quindici giorni. Constatavano con soddisfazione che "i treni andavano in orario." Col Baedeker alla mano, andavano in giro per assicurarsi che tutte le pitture e statue nei musei, e le chiese e i palazzi erano ancora al loro posto, e concludevano l'ispezione con l'osservazione: "Anche noi abbiamo bisogno di un Mussolini nel nostro paese." Non sape– vano che le lettere venivano aperte d~lla polizia, e che fra il 1927 e il 1934 i salari industriali erano stati ridotti in misura variabile fra il 40 e il 50 per cento, e quelli agricoli in misura variabile fra il 50 e il 60 per cento, men– tre il costo della vita era sceso soltanto del 25 per cento. Non si chiedevano se in Italia anche la libertà arrivasse in orario, se la giustizia arrivasse in orario. Giustizia, libertà, garanzia della dignità umana - non meno delle ferrovie - sono servizi pubblici nei paesi civili. Eppoi perché avrebbero do– vuto i turisti preoccuparsi di queste faccende, mentre si godevano le loro vacanze? 29 Questa roba da manicomio fu pubblicata nel London Daily Express, nn. 10, 11, 12-1- 1927; e nell'Evening Standard, 13-XII-1927. . . 30 Il lettore deve essere, secondo giustizia, informato che molte delle interviste e scritti, che erano attribuiti a Mussolini, non provenivano da lui. Un giornalista americano ha raccontato la storia di una di quelle interviste. Scritta dal giornalista stesso, fu approvata dal capo del– l'Ufficio stampa. Quando il giornalista fu introdotto all'augusta presenza, il Duce gli disse: "Questa è la piu lunga e la piu importante intervista che io abbia mai concessa" {letter~ privata di mr. Percy Winner, il giornalista, all'autore). Un altro giornalista riferisce che gh articoli pubblicati dalla stampa di Hearst con la firma di Mussolini erano messi insieme da~ giornalista stesso e dalla dama di compagnia di Mussolini, signora Sarfatti: "Tutto quello ch'egli aveva da fare era leggere l'articolo e approvarlo." I profitti erano divisi tra la Dulcinea del Dittatore e il giornalista (MORGAN, Spurs on the Boot, p. 139). Dei due articoli su la dottrina del fascismo inseriti nella Enciclopedia Treccani del 1932, il primo - pedante, opaco, pesante - fu dovuto alla penna di Giovanni Gentile; il secondo - assai piu snello e meno ... filosofico - dovuto a Mario Missiroli. Quando il Duce fu informato di essere riuscito, nell'articolo di Gen– tile, noioso e indigesto, fu necessario scomporre tutta la impaginazione del volume per far seguire al mattone di Gentile la zuppa inglese di Missiroli. 278 Biblo eca Gino Bianco

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