Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Ai Congressi internazionali assisteva sempre gran numero di "scienziati" italiani, i quali non perdevano nessuna occasione per raccontare che in Italia, grazie al dispotismo benevolo di Mussolini, tutti i problemi, che assillavano il genere umano e venivano sollevati ai Congressi, o erano stati già felice– mente risolti o erano sulla via della piu felice soluzione possibile. Agenti della "propaganda" giravano per il mondo. Frati francescani o domenicani erudivano i cattolici; ministri valdesi parlavano ai protestanti; rabbini agli ebrei; il massone ai massoni, confidando nella massima segre– tezza che, dopo tutto, i massoni italiani erano "rossi" e che Mussolini sta– va facendo grandi cose. Agli ammiratori di Lenin e Stalin, Mussolini era presentato quale l'uomo, che stava guidando l'Italia verso un sistema eco– nomico analogo a quello della Russia sovietica. Ma all'uomo di affari, che vedeva in ogni rumore per le strade una minaccia di rivoluzione "bolsce– vica," si dava da ammirare in Mussolini l'uomo che "aveva messo ordine nel caos." Le nobildonne dicevano alle loro amiche: "Oui, duchesse, c'est merveilleux, le fascisme est le grand régénerateur de l'aristocratie"; "mais oui, contesse, gr~ce au fascisme, notre aristocratie conserve ses privilèges sociaux; la démocratie chez nous ne menace pas l'aristocratie. 1110 Il pacifista esaltava in Mussolini l'uomo che non voleva altro che il disarmo, a condi– zione, naturalmente, che tutti gli altri disarmassero. Ma ai colonnelli Blimp, Mussolini veniva descritto come l'uomo che aveva forgiato il popolo italiano in una nazione guerriera, e aspettava il momento opportuno per balzare, non contro i paesi dei colonnelli Blimp, ma contro tutti i paesi che non pia– cevano ai colonnelli Blimp. L'economista, l'esperto in statistica, lo storico, il filosofo, il sociologo, il psico-analista, il poeta, il romanziere, il critico d'arte, il direttore d'orchestra, l'attore, la cortigiana, ognuno lavorava nel proprio ambiente usando gli argomenti piu adatti per il suo pubblico, senza fermarsi ad indagare se contraddiceva il suo vicino. Un visitatore, che arrivasse in Italia con l'intenzione di fare un'inchiesta onesta, ma senza co~ noscere la lingua del paese, incontrava subito un interprete che si dichia~ rava antifascista, "ma" - e dopo questo "ma" gli imbottiva la testa con tutti gli elogi con cui la propaganda fascista esaltava Mussolini. Questa tat– tica non falliva mai. Il visitatore concludeva che quei meriti dovevano vera– mente essere innegabili, se perfino un "antifascista" li riconosceva. Ritorna– va a casa, e scriveva un libro sull'Italia. Bacone insegna che "chi va a fare un viaggio in un paese prima di avere qualche nozione della sua lingua, vada a scuola e non in viaggio." Albergatori e agenzie turistiche impicche– rebbero Bacone. Se. lo straniero in visita era una celebrità nel ·mondo della scienza, del– r arte, della politica o degli affari, o era proprietario o direttore di un im– portante giornale o rivista, le piu alte personalità del regime si facevano in quattro a fargli onore, le università gli davano lauree honoris causa, le 10 TABOVIS, lls m'ont appelée Cassandre, p. 38.5. 270 . Biblo eca Gino Bianco

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