Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il genio della "propaganda" Roma. Non fa meraviglia che i corrispondenti stranieri informassero i loro lettori che gl'italiani erano ben nutriti, felici e contenti. Il socio della Stam– pa estera andava esente dalle tasse, purché mantenesse l'atteggiamento do– vuto. Nell'edificio c'era un'installazione telefonica, e le comunicazioni tele– foniche con l'estero si ottenevano piu rapidamente H che da qualsiasi altro luogo, perché la polizia trovava piu facile intercettare queste comunicazioni, e i corrispondenti lo sapevano e se ne contentavano. Il presidente permanente e il vicepresidente dell'associazione erano due svizzeri, Robert Hodel, cor– rispondente della Neue Zurcher Zeitung, e Theodore Vaucher, corrispon– dente del /ournal de Genève e del Petit Parisien. Cercammo spesso di far eleggere altre persone, ma non ci fu mai possibile elimi– nare Hodel e la sua guardia svizzera. I soci erano spesso invitati ad andare in giro per il paese in viaggio di piacere. Dopo le visite, Hodel mandava ardenti telegrammi a Mussolini, descrivendo l'entusiasmo di tutti i corrispondenti stranieri per le iniziative fasciste. E il giorno seguente questi telegrammi erano pubblicati nei giornali di Roma con commenti sulla opinione degli stranieri sul fascismo. 6 Il mestiere del corrispondente che "si comportava bene" era facile. Ot– teneva interviste personali con Mussolini, era invitato nelle case della nobiltà romana e dei pezzi grossi fascisti, veniva fregiato con decorazioni, aveva il permesso di radiotelegrafare cinquemila parole al mese senza spesa, e viag– giava gratis sulle navi italiane quando andava in America in vacanza. 7 Per "comportarsi bene" non doveva far altro che recarsi tutti i giorni al Mini• stero della stampa e propaganda, chiamato piu tardi Ministero della cul– tura Popolare, o Minculpop, ricevere "la pappa," manipolarla in forma inte• ressante, e radiotelegrafarla al suo giornale o alla sua agenzia. Cosf Musso• lini riusd ad organizzare la maggior parte dei giornali di tutto il mondo in un colossale trust, sempre pronto a ripetere qualsiasi parola d'ordine fosse coniata da lui. . Nel 1934 un gruppo di giornalisti americani fece un viaggio per "stu– diare" le condizioni dell'Italia. Le "studiarono," senza spendere un soldo, dai finestrini dei treni e in costosi alberghi come "ospiti" di Mussolini. Fu• rono entusiasti delle loro scoperte, e in una lettera al ministro della Propa– ganda dissero: "Al nostro ritorno negli Stati Uniti parleremo al popolo americano dell'opera superba che il fascismo ha compiuto e sta ancora com– piendo'' (Carroccio, XXXVI, p. 317). Voltaire sapeva che "c'est surtout dans les voyageurs qu'on trouve le plus de mensonges imprimées." Nel giugno 1935 Mussolini cadde da cavallo. La Reuter divulgò la no– tizia per spiegare perché egli non avesse assistito ad un ricevimento all'Am– basciata inglese (Manchester Guardian Weekly, 7-VI-1935). La notizia non fu data dai giornali americani. Non era lecito ammettere che l'uomo che " . " d d Il aveva sempre ragione potesse ca ere a cava o. 6 DARRAH, Heil Caesar, pp. 40:41; cfr. PACKARD, Balcony Empire. 7 SELDES, The Truth about Fascist Censorship, p. 742. Bibloteca Gino Bianco 267

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